Verso l’apertura della prima Casa Arcobaleno di Reggio Emilia

Il Comune affida ad Arcigay Gioconda la gestione di un appartamento per l’accoglienza delle persone vittime di violenze e discriminazioni.

L’apertura della prima Casa Arcobaleno di Reggio Emilia, intitolata allo scrittore Pier Vittorio Tondelli, si avvicina. A seguito di una manifestazione di interesse attivata negli scorsi mesi, Arcigay Reggio Emilia ha ricevuto in affidamento la gestione di un appartamento situato in zona Gardenia, pensato per l’ospitalità delle persone LGBT+ senza casa, vittime di violenza e discriminazioni.  In queste settimane verrà perfezionato il contratto di concessione, che avrà una durata di tre anni, fino al 30 settembre 2025; le chiavi dell’appartamento dovrebbero essere consegnate a Arcigay Reggio Emilia entro il primo ottobre. 

“Dopo più di due anni di progettazione, incontri, raccolte fondi, il progetto della casa arcobaleno entra finalmente nella fase operativa – spiega Alberto Nicolini, presidente di Arcigay Reggio Emilia – Una volta firmato l’accordo e ricevute le chiavi dell’appartamento, potremo fare i lavori necessari e arredare gli spazi per l’accoglienza, e non sarà mai troppo presto, viste le continue richieste di aiuto che riceviamo. Ci teniamo anche a sottolineare come questa decisione concreta dell’amministrazione comunale e di ACER sia una risposta diretta e tangibile a chi mira a governare il paese sulla base di discriminazioni e diseguaglianze che generano solo ulteriore fragilità sociale. In questo senso Reggio Emilia ancora una volta mantiene fermo lo sguardo e agisce rispondendo a bisogni reali”.

“A nome dell’associazione Arcigay Gioconda – aggiunge Nicolini  – vogliamo ringraziare per questa assegnazione la cittadinanza che ha sostenuto il progetto, il Consiglio comunale che ha dato un voto di indirizzo, così come il Sindaco e la Giunta per aver mantenuto con serietà gli impegni presi nonostante le difficoltà del periodo, e in particolare l’assessorato alla Casa e Acer, che hanno concretamente agito per arrivare a questo risultato”.

“Siamo soddisfatti di essere arrivati finalmente all’avvio concreto del progetto Casa Arcobaleno, nel quale abbiamo creduto fin dal primo momento – spiega l’assessore alla Casa del Comune di Reggio Emilia Lanfranco De Franco – L’emergenza abitativa colpisce molte persone anche nel nostro territorio e chi subisce discriminazioni per il proprio orientamento sessuale è in una condizione di particolare fragilità. Vediamo l’inserimento di questo luogo in un contesto di quartiere popolare come una grande occasione di relazioni e dialogo tra esperienze e culture diverse, che già portiamo avanti in tanti proteggi in campo, e come un’importante occasione per promuovere azioni di sensibilizzazione sul tema dell’inclusione e del contrasto alle discriminazioni”.

Una volta aperto, l’appartamento potrà accogliere fino a 4 persone vittime di discriminazioni omotransfobiche; il progetto, particolarmente oneroso, avrà bisogno di supporto da parte della cittadinanza.

PERCHÈ UNA CASA ARCOBALENO – Dall’inizio dell’anno sono state 179 vittime di omofobia che hanno avuto il coraggio di denunciate: ancora troppe sono le persone che invece rimangono nell’ombra e senza nessuna rete di protezione, per la maggior parte adolescenti che vengono cacciati di casa dopo aver fatto coming out. A Reggio Emilia, nel 2021, sono state una ventina le persone che si sono rivolte ad Arcigay perché vittime di discriminazioni per il proprio orientamento sessuale. Molti di questi casi non vengono neppure denunciati. Durante il lockdown, in particolare, gli SOS giunti ad Arcigay sono stati tantissimi: si tratta di persone che nelle proprie abitazioni, in famiglia, sono state vittima di prevaricazioni o intimidazioni per il fatto di essere gay, lesbiche o trans.