Spesa sospesa nei mercati di Campagna Amica, donazioni consegnate alla Mensa del Vescovo

La campagna è stata proposta domenica 13 novembre, in occasione della Giornata dei Poveri.

Salgono a quasi 3 milioni gli italiani che sono costretti a chiedere aiuto per mangiare, facendo ricorso alle mense per i poveri o ai pacchi alimentari, in aumento del 12% rispetto all’anno precedente. È quanto emerge dalle analisi di Coldiretti su dati del rapporto 2022 del Fondo per l’aiuto europeo agli indigenti (Fead) diffuse in occasione della VI Giornata Mondiale dei Poveri, istituita da Papa Francesco, che si è celebrata ieri, domenica 13 Novembre, in un momento di profonda difficoltà per le famiglie.

Un’emergenza sociale senza precedenti dal dopoguerra la cui drammaticità – sottolinea Coldiretti Reggio Emilia – è evidenziata dal fatto che il numero dei bambini sotto i 15 anni bisognosi di assistenza per cibarsi hanno superato quota 600mila, praticamente un quinto del totale degli assistiti, ai quali vanno aggiunti 337 mila anziani sopra i 65 anni, e 687mila migranti stranieri.

Contro la povertà – ricorda Coldiretti Reggio Emilia – è cresciuta anche la solidarietà che si è estesa dalle organizzazioni di volontariato alle imprese e ai singoli cittadini a partire dall’esperienza della Spesa sospesa di Campagna Amica, un’iniziativa che si è svolta anche a Reggio Emilia nei mercati di Campagna Amica del fine settimana. Molte le offerte raccolte, principalmente per acquisti di verdura fresca, per sostenere le famiglie in difficoltà. I prodotti che sono stati acquistati e donati dai cittadini, anche dagli stessi agricoltori, sono stati consegnati alla mensa del Vescovo, che somministra 200 pasti al giorno ai più bisognosi.

La Spesa sospesa è un segno tangibile della solidarietà degli agricoltori verso le fasce più deboli della popolazione più colpite dalle difficoltà economiche, termina Coldiretti Reggio Emilia nel sottolineare come fra i nuovi poveri ci siano anche coloro che hanno perso il lavoro, piccoli commercianti o artigiani che hanno dovuto chiudere, le persone impiegate nel sommerso che non godono di particolari sussidi o aiuti pubblici e non hanno risparmi accantonati, come pure molti lavoratori a tempo determinato o con attività colpite dalle misure contro la pandemia Covid e dal balzo costi dell’energia.