Raccolta fondi per la Balkan Route

Promossa dall’associazione GLM (Gruppo Laico Missionario) - La Collina lancia una raccolta fondi per evitare una vera e propria catastrofe umanitaria in Bosnia Erzegovina.

L’associazione GLM (Gruppo Laico Missionario) – La Collina lancia una raccolta fondi per evitare una vera e propria catastrofe umanitaria in Bosnia Erzegovina, nel Cantone di Una Sana, che ha visto prima la chiusura del campo Bira da parte delle autorità locali il 30 settembre 2020 e il trasferimento forzato di circa 600 persone nel campo di tende di Lipa, saturando la struttura e creando una forte tensione tra i migranti.

Nonostante le ripetute richieste, sin dal momento dell’installazione del campo di emergenza (creato durante il periodo primaverile per far fronte all’emergenza Corona virus e offrire riparo a centinaia di persone che si trovavano fuori dai campi in quel periodo), lo Stato bosniaco non ha mai provveduto all’allaccio elettrico e idrico necessari a rendere questo campo utilizzabile anche nel periodo invernale. A fine dicembre le tende dormitorio sono state incendiate, lasciando solo scheletri arrugginiti di brandine e tensostrutture come unico riparo per le quasi 1500 persone rimaste a Lipa.

I migranti hanno provato a spostarsi, chi andando verso Bihać, chi andando verso Sarajevo, ma anche questi campi sono super affollati. Circa 500 di loro hanno raggiunto Bihac o Sarajevo, ma almeno 900 sono da allora intrappolati nell’altopiano, con temperature che arrivano ai -10°. Nella città di Bihać, il centro di accoglienza temporanea Bira è ancora in perfetto stato di funzionamento, ma la popolazione locale, il sindaco della città e il premier cantonale si rifiutano di scendere a patti con Sarajevo e l’UE, che più volte ufficialmente hanno richiesto la riapertura temporanea del Bira, in attesa che il campo di Lipa venga ricostruito.

La tensione è estrema, i migranti per alcuni giorni hanno indetto uno sciopero della fame e non hanno accettato il cibo che ogni giorno viene portato su dalla Croce Rossa di Bihać, come segno di protesta. Si rifiutano inoltre di andare a dormire nelle tende che sono state montate dall’esercito bosniaco dopo che la decisione da parte del ministero di sicurezza bosniaco di spostare tutti nella caserma di Bradina in Erzegovina è fallita, viste le proteste locali che si sono generate. Nonostante le visite a Lipa e a Bihać del Ministro della sicurezza, nell’ennesimo tentativo di trovare una mediazione con il governo locale, non si è ancora trovata alcuna mediazione e sembra che ciò che resta del campo di Lipa resterà in funzione, tenendo ancora le persone in condizioni estreme per lungo tempo.

Inutile dire in che condizioni vivono le persone, costrette a muoversi nel fango o sotto la neve, senza luce, acqua e gabinetti e senza riparo, vittime di giochi politici e discriminazione.

IPSIA (ONG delle ACLI) da anni è impegnato sul campo e collabora con la Croce Rossa locale che, nonostante tutte le avversità e i giochi politici che vengono fatti sulla pelle delle persone, porta il proprio aiuto ai migranti sin dall’aprile 2018 quando l’emergenza migratoria ha colpito Bihać. Tutti i giorni il personale della Croce Rossa si reca al campo di Lipa, offre sostegno medico e distribuisce guardaroba, sacchi a pelo e coperte a chi ne ha bisogno (oltre che continuare la preparazione dei pasti per i migranti dei Sedra e del Borici).

Vista la drammatica situazione, che non accenna a diminuire, l’associazione GLM-La Collina indice una raccolta fondi fino al 21 febbraio 2020, che attraverso IPSIA verrà destinato a sostegno delle attività della Croce Rossa a Lipa:

  • acquisto di cibo per 900 persone fornito dalla Croce rossa di Bihać
  • acquisto di legna da ardere per riscaldarsi e cucinare
  • acquisto di materiale per primo soccorso per curare le ferite e le ustioni (disinfettante, garze, bende, pomate)
  • acquisto di kit igienici

E’ possibile donare con un bonifico al conto corrente bancario dell’associazione G.L.M. Gruppo Laico Missionario – ODV
IBAN – IT63F0707212803000000403953 c/o EMILBanca