L’ospedale Fondation Médicale d’Ampasimanjeva ha ottenuto un finanziamento dalla Conferenza Episcopale Italiana (Cei) di oltre 400mila euro nell’ambito del progetto “Ero malato”… per una sanità accessibile e sostenibile nel basso Farahony.
Il progetto, a cura della Diocesi di Reggio Emilia – Guastalla, coinvolge Azienda Unità Sanitaria Locale IRCCS, Casa di Cura Polispecialistica Villa Verde, Salus Hospital e Volontari nel Mondo RTM.
L’iniziativa è stata presentata venerdì 16 dicembre e ha raccolto l’adesione di realtà private (Cairepro, Iren, Cirfood), pubbliche (Comune di Reggio Emilia, Provincia di Reggio Emilia, Regione Emilia Romagna) e ecclesiali (Diocesi dI Fianarantsoa, Diocesi di Modena – Nonantola).
Nel triennio 2023/2026, durata prevista del percorso, saranno necessarie risorse aggiuntive in particolare per: realizzare il sistema a rete con i servizi sanitari reggiani e la conseguente possibilità di diagnosi e consulenze a distanza; potenziare il percorso di formazione e aggiornamento del personale; migliorare ulteriormente la dotazione di attrezzature di diagnosi e cura.
CONTESTO DI RIFERIMENTO
L’Ospedale “Don Mario” appartiene alla FMA – Fondation Médicale d’Ampasimanjeva, organismo di emanazione della Diocesi di Fianarantsoa in Madagascar. Quest’ultima da più di 50 anni ha rapporti di costante scambio con la Diocesi di Reggio Emilia-Guastalla (il 50° è stato festeggiato nell’ottobre 2017). Nei legami di collaborazione fra Chiese sorelle, la gestione dell’Ospedale è stata affidata dal 1967 alla Diocesi di Reggio Emilia, che attraverso l’Équipe missionaria ne ha assunto la guida e la responsabilità, inviando suore della Congregazione Mariana delle Case della Carità, missionari laici e volontari con diverse competenze. L’Ospedale è riconosciuto dal sistema sanitario malgascio come Ospedale Regionale. Sorge su un’area di circa 3 ettari, attualmente è dotato di impianto fotovoltaico che assicura la copertura elettrica H24, oltre a gruppi elettrogeni di sostegno. Sono da poco terminati i lavori per la fornitura di acqua clorata prelevata direttamente dal fiume Faraony ad uso di tutta l’area ospedaliera. I locali dedicati ai ricoveri ospedalieri contengono 100 posti letto, a cui vanno aggiunte 20 camere per la cura dei malati con tubercolosi. L’indice di occupazione media di posto letto è del 60%. Le attività ambulatoriali si attestano a 32.000 fra visite mediche, consultazioni prenatali, vaccinazioni, medicazioni e terapie EV/IM con una media di circa 160 accessi/die esterni. All’interno dell’area ospedaliera si trovano servizi comuni di fondamentale importanza per la gestione dell’ospedale e dei malati, quali le cucine comuni e i dormitori esterni gratuiti per chi accompagna il malato, oltre a tutti i servizi di supporto, necessari in una località isolata e che deve essere autosufficiente anche nella manutenzione ordinaria e straordinaria. Fra i servizi di supporto principali vanno ricordati falegnameria, officina, garage.
È attivo un laboratorio, da poco allestito con strumentazione nuova, in grado di garantire gli esami principali per la diagnostica quotidiana. Il blocco operatorio può essere attivato 24h/die per 365 giorni/anno, garantendo quindi sia attività chirurgica programmata (con liste operatorie) che attività di urgenza, in particolare legata a parti cesarei e incidenti.
È garantita un’attività di Pronto Soccorso H24. L’Ospedale, oltre a garantire cure mediche gratuite agli indigenti, costituisce un punto di riferimento per le diverse povertà presenti sul territorio e svolge una serie di azioni di solidarietà e di assistenza gratuita aldilà delle prestazioni strettamente sanitarie.
L’EVOLUZIONE
La Diocesi di Reggio Emilia-Guastalla, nell’ambito della propria azione pastorale missionaria, intende trasferire nel tempo la gestione e le connesse responsabilità relative alla conduzione dell’ospedale di Ampasimanjeva alla Diocesi di Fianarantsoa, favorendo un processo di emancipazione ed autonomia delle realtà locali.
La fase di transizione rappresenta un’occasione per realizzare un percorso nel quale, con l’accompagnamento dei partner che collaborano con la Diocesi di Reggio Emilia-Guastalla, si creeranno le condizioni affinché la gestione dell’Ospedale possa essere trasferita nelle migliori condizioni possibili, sia sotto il profilo delle competenze professionali ed organizzative, sia sotto il profilo dell’ammodernamento strutturale, impiantistico e tecnico-sanitario.
L’obiettivo generale è garantire l’accesso equo alle cure della popolazione malgascia, con particolare attenzione ai poveri attraverso una maggiore autonomia e responsabilizzazione degli operatori locali nella conduzione dell’Ospedale.
Gli obiettivi specifici sono i seguenti:
• formazione di personale dirigente e aggiornamento professionale sanitario e tecnico;
• riqualificazione strutturale ed impiantistica;
• ammodernamento attrezzature e arredi;
• creazione di legami e collaborazioni con la sanità reggiana attraverso la realizzazione di una rete che consenta lo sviluppo della telemedicina;
• supervisione e monitoraggio nel tempo a cura della Diocesi reggiano-guastallese.
Gli interventi, che saranno realizzati con l’inizio dei lavori già a partire dalla prossima primavera, consisteranno in:
– costruzione di opere di collegamento dei diversi padiglioni ospedalieri e sala operatoria: questa realizzazione permetterà di accrescere gli standard igienici e consentirà di migliorare la gestione del personale;
– bagni aggiuntivi: si rendono necessari per l’elevato afflusso di pazienti e visitatori;
– realizzazione di una cucina-mensa: attualmente i familiari dei pazienti debbono provvedere autonomamente ai pasti (con legna, padelle, viveri); tra i vari benefici si segnalano il miglioramento della dieta durante i ricoveri, la riduzione dei costi per le famiglie e una notevole riduzione dell’impatto ambientale;
– impianto fotovoltaico: potenziare quello precedentemente realizzato consentirà l’autonomia energetica dell’Ospedale a emissioni zero;
– inceneritore: è essenziale per smaltire i rifiuti ospedalieri e ridurre l’attuale impatto ambientale dell’Ospedale;
– solare termico: la sostituzione di 10 scaldabagni tradizionali ridurrà i picchi di consumo dell’impianto fotovoltaico e consentirà di gestire più agevolmente la contemporaneità di diverse attività.
Accanto a questi interventi strutturali sarà avviato un significativo piano di formazione e aggiornamento del personale medico, assistenziale e tecnico che toccherà diversi ambiti delle attività dell’Ospedale e avverrà in parte a distanza e in parte con missioni in loco o con la presenza di operatori malgasci nei nostri ospedali per una formazione sul campo.
A questo piano di formazione, ad oggi, hanno già aderito come volontari circa 30 tra medici e infermieri in servizio nelle strutture sanitarie reggiane, unitamente ad alcuni professionisti in pensione.
All’elaborazione delle idee e alla progettazione, con il coordinamento di Volontari nel Mondo RTM, partecipano diverse realtà produttive del territorio (Cirfood, Iren Ambiente, Cairepro); in particolare, va segnalato il massiccio impegno degli Enti, pubblici e privati, dell’ambito sanitario reggiano (AUSL – IRCCS di Reggio Emilia, Casa di cura privata polispecialistica Villa Verde, Salus Hospital srl).
Dal punto di vista delle attrezzature – in attesa del piano più complessivo che verrà predisposto sulla base delle esigenze che emergeranno nello sviluppo del progetto – le più urgenti sono considerate le seguenti:
- elettrocardiografo con lettura in remoto 12 derivazioni;
- lettino per rianimazione neonatale;
- pompe di infusione;
- apparecchiatura per produzione di acqua distillata.
CONCLUSIONE
Il progetto è stato presentato al vaglio della Conferenza Episcopale Italiana che l’ha valutato positivamente ed è stato finanziato in parte fino alla concorrenza di 444.000 euro.
Durante il triennio 2023/2026, durata prevista del percorso, sicuramente sono necessarie risorse aggiuntive in particolare per:
– realizzare il sistema a rete con i servizi sanitari reggiani e la conseguente possibilità di diagnosi e consulenze a distanza;
– potenziare il percorso di formazione e aggiornamento del personale;
– migliorare ulteriormente la dotazione di attrezzature di diagnosi e cura.