Petizione per l’endometriosi, ora è possibile anche firmare online

L’endometriosi rappresenta la prima causa di dolore pelvico cronico in donne in età fertile, eppure oggi le pazienti che ne sono affette non hanno tutele sul posto di lavoro né un’esenzione ticket per i costi di terapie e visite.

Nel 2021 la prevalenza globale dell’endometriosi in Italia è stimata dal ministero della Salute in circa tre milioni di donne in età riproduttiva. L’endometriosi rappresenta la prima causa di dolore pelvico cronico in donne in età fertile, eppure oggi le pazienti che ne sono affette non hanno tutele sul posto di lavoro né un’esenzione ticket per i costi di terapie e visite. Una condizione inasprita dalla pandemia, che ha visto 1 donna su 2 peggiorare la propria situazione economica, riducendo così la propria capacità di cura e di spesa per la cura.

Nel mese di marzo aveva preso il via a Reggio Emilia la campagna ENDOMETRIOSI: FIRMA ADESSO! la prima petizione italiana per richiedere misure di tutela per le persone affette da endometriosi, una malattia cronica che colpisce 1 donna su 7 in età riproduttiva (3.000.000 soltanto in Italia), e che ha la capacità di impattare in modo negativo sulla vita delle giovani in termini di qualità di vita personale e lavorativa, rischio di ospedalizzazione, danni permanenti, e di infertilità. 

La campagna, patrocinata da diverse associazioni nazionali, ha promosso, attraverso una petizione di iniziativa popolare una serie di misure raccogliendo, in appena 2 mesioltre 4 mila firme (cartacee) di adesione da parte di cittadini emiliano-romagnoli e numerose mozioni comunali. Questo ha portato il comitato endometriosi a discutere 3 punti essenziali per migliorare la presa in cura delle paziente presso le sedi della Regione Emilia Romagna.

Il comitato aveva incontrato nel mese di maggio il Presidente della regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini e la vicepresidente Elly Schlein per consegnare le 4 mila firme di adesione da parte di cittadini emiliano-romagnoli raccolte in appena due mesi di campagna. In questa occasione i cittadini firmatari chiesero un impegno concreto rispetto a 3 punti destinati a migliorare la presa in cura delle paziente. Punti che oggi sono in discussione presso l’assessorato di competenza.

In particolare è in agenda, per la prima volta in Italia, il tema della gratuità delle terapie ormonali, sul quale è stato garantito il massimo impegno per cercare di attivare questa misura a partire dal 2023. Grazie alle firme raccolte verranno garantite anche campagne di sensibilizzazione al personale sanitario e alla cittadinanza per il mese di marzo (mese dedicato all’endometriosi), ed un incontro con i professionisti specializzati nella malattia al fine di migliorare i percorsi diagnostico-terapeutici.

Un risultato che non ha precedenti in Italia, un’iniziativa dal basso senza colori politici in nome della trasversalità del tema. Ora il comitato non vuole fermarsi alla sola regione Emilia Romagna (e Toscana, dove la raccolta ha preso il via nel mese di Giugno n.b.) ma vorrebbe dare a tutti i cittadini italiani la possibilità di firmare.

La campagna elettorale non ferma dunque il comitato, che intende puntare i riflettori sul tema sanitario. Dal 16 agosto 2022 la petizione viene riprodotta anche online: “Vogliamo continuare a far sentire la voce dei cittadini e dei pazienti alla politica anche durante questa campagna elettorale in cui il tema della sanità è passato in secondo piano. Tutti i cittadini italiani hanno il potere di mobilitare sostenitori, per firmare e far firmare, promuovendo le soluzioni che proponiamo e portando la petizione all’attenzione degli organi competenti.”

La proposta fornisce strumenti volti a favorire l’implementazione di nuove politiche sanitarie basate sull’evidenza scientifica, e prevede una clausola di segnalazione al Ministero della Salute al Ministero della Salute, al Senato e alle Regioni, che intende impegnare il Governo.

La petizione “cartacea” nei comuni italiani, e il conseguente voto delle mozioni, rimane lo strumento legislativo principale e ufficialmente riconosciuto per la richiesta delle tutele. La petizione online può invece aggiungere un ulteriore peso politico alla causa. “A 1.000.000 di firme, questa petizione sarà tra le prime 100 in tutto il mondo, credi davvero che i decisori politici potranno continuare ad ignorare il problema?” cita la petizione sulla nota piattaforma change.org

A promuovere questa mobilitazione, indirizzata al Ministero della Salute, è Sara Beltrami, giovane reggiana autrice di un blog di informazione sanitaria con specifico riferimento all’endometriosi. «La pandemia ci ha insegnato che è fondamentale essere proattivi nella gestione sanitaria. Per come viene gestita oggi, l’endometriosi è un grande spreco di tempo e denaro sia delle pazienti che delle istituzioni», fa sapere la portavoce, che ha basato il testo della mozione su evidenze scientifiche sul tempo medio di diagnosi per le persone con endometriosi e sulla normalizzazione del dolore femminile.

Il tempo medio per la diagnosi è di circa 9 anni, e Secondo il Ministero della Salute in Italia sono affette da endometriosi il 10-15% delle donne in età riproduttiva; la patologia interessa il 30-50% delle donne non fertili o che hanno difficoltà a concepire. 

Si firma sulla piattaforma CHANGE.ORG, dove in poche ore sono già numerose le adesioni https://www.change.org/endometriosifirmaadesso