Nuovi sette televisioni per Struttura Complessa di Nefrologia e Dialisi

Grazie alla donazione della famiglia Pellicciari il reparto dell’ospedale reggiano ha una nuova dotazione.

Grazie alla donazione della famiglia Pelliciari, da qualche giorno le sette stanze di degenza della Struttura di Nefrologia e Dialisi del Santa Maria Nuova sono dotate di televisori.

Con questo gesto, Vanna Zuelli e Andrea Pelliciari hanno voluto offrire conforto alle persone ricoverate, conoscendone bene le sofferenze e ricordando il loro congiunto Primo, mancato all’età di 69 anni lo scorso 30 luglio.

A ricevere i donatori in reparto erano il Direttore del Presidio Ospedaliero provinciale Giorgio Mazzi e il direttore della struttura Mariacristina Gregorini, insieme a buona parte dell’équipe.

“Siamo davvero grati alla famiglia Pellicciari per aver voluto rendere duraturo il ricordo del Sig. Primo, nel cuore dei medici e degli operatori sanitari che per tanti anni lo hanno seguito e curato. Il momento che stiamo vivendo penalizza anche i pazienti ricoverati per malattie diverse dall’infezione da Covid19” ha ricordato Giorgio Mazzi “Le norme di sicurezza impediscono le visite di parenti e amici, rendendo la degenza ancora più gravosa per i pazienti. Un televisore in ogni stanza di degenza significa, per le persone meno inclini all’utilizzo di strumenti informatici o telematici, avere l’opportunità di distrarsi e di restare aggiornati, coltivando pensieri diversi rispetto a quelli che riguardano la propria malattia”.

Primo Pelliciari aveva iniziato a frequentare la Nefrologia all’età di 27 anni, a causa di una glomerulonefrite che nel 2002 lo aveva portato ad iniziare l’emodialisi. Una storia clinica densa di complicazioni cardiovascolari aveva costretto Primo a vari interventi e numerosi ricoveri, impedendogli di candidarsi al trapianto renale.

“Non gli piaceva essere paziente” ricorda Mariacristina Gregorini “Quando era ricoverato voleva parlare d’altro: amava lavorare e scappava dall’ospedale appena possibile, sempre. E, quando andava via, non mancava mai di ringraziarci e farci sapere che si fidava di noi. Primo aveva la carnagione e gli occhi chiarissimi, come un cielo dopo la pioggia: il suo aspetto etereo contrastava con la forza e la determinazione di cui era capace, e che ha manifestato sino alla fine”.