Momento di riflessione comune sull’educazione alla morte per i volontari A.V.D.

Con l’obiettivo di costruire percorsi educativi strutturati, da proporre alle scuole.

Un momento prezioso per ragionare su un tema tanto delicato quanto cruciale, l’educazione alla morte. Lo hanno vissuto sabato scorso, l’11 marzo, una ventina di volontari di A.V.D. Reggio Emilia, la conosciuta ed apprezzatissima associazione di volontariato domiciliare attiva nel territorio provinciale da una trentina d’anni.

L’11 marzo le volontarie e i volontari si sono ritrovati insieme in una struttura di Castelnovo Sotto e insieme hanno affrontato una giornata di formazione sul tema dell’educazione alla morte con l’obiettivo di costruire percorsi educativi strutturati da proporre alle scuole, a partire dalle scuole primarie.

Sicuramente un tema delicato che richiede una preparazione seria e puntuale, come quelle che da sempre A.V.D. predispone prima di intraprendere un nuovo servizio. Ed è per questo che l’associazione si è affidata alla competenza ed esperienza della professoressa Ines Testoni, docente della facoltà di Psicologia dell’università di Padova alla facoltà di Psicologia. Ad affiancarla, i suoi collaboratori Ciro de Vincenzo e Lorenza Palazzo, che hanno condotto in maniera estremamente competente ed efficace la formazione.

Perché questa iniziativa? “Siamo tutti perfettamente consapevoli di quanto la morte sia stata demonizzata, allontanata, negata a partire dalla fine degli anni ’50 del secolo scorso ma la morte è un fatto biologico naturale che appartiene in modo innegabile ad ogni essere vivente. Perché nasconderla, perché non coinvolgere i bambini/ ragazzi nei processi di malattia, perché allontanarli con il timore di turbarli?”, spiega la presidente di A.V.D. Giovanna Bacchini Saccani.

“Se noi adulti offriamo loro la possibilità di poterne parlare, non per dare risposte o svelare misteri che in quanto tali non hanno risposta ma per riconsiderare questo evento come parte della vita di ognuno e di poter pensare alle emozioni che tale evento porta con sé. In sostanza ritornare ad addomesticare la morte come lo era fino ad alcune generazioni fa”.

Il primo passo è stato quindi analizzare quale sia la percezione della morte nelle diverse fasce d’età e le conseguenti attività che si possono proporre.

Ora, “toccherà a noi costruire un percorso da presentare ai dirigenti scolastici, coinvolgere insegnanti e genitori per poi lavorare coi bambini, sempre sotto la guida e supervisione dei docenti della università di Padova che seguiranno il nostro cammino”, continua la presidente. “Ricordo che già Avd si occupa si supporto ai bambini in lutto e di accompagnamento durante la fase avanzata di malattia di un familiare, attraverso percorsi individuali di arte terapia condotti da una professionista nel campo. Questo vuole essere un passo prima, quando ancora non ci sono eventi luttuosi anche se, siamo a disposizione per le situazioni in cui si siano verificate perdite”, sottolinea la presidente Giovanna Bacchini Saccani.