Come ogni otto marzo ci ritroviamo a celebrare la Giornata Internazionale dei diritti della donna con la voglia di celebrare il coraggio di tante donne in una stagione che vede scenari dove il patriarcato esercita il suo triste potere nel contesto internazionale con azioni di guerra, soprusi e stupri, e più vicino a noi in una quotidianità segnata da femminicidi e violenze.
C’è un filo tenace e visibile, a ben guardare, che lega i destini delle donne e imbastisce una trama di contrasto e di resistenza che fa risuonare la parola libertà in tutte le lingue del mondo dall’Afghanistan, all’Iran, all’Ucraina.
La violenza maschile agisce con modalità non identiche anche se il bersaglio è sempre lo stesso. Il Centro antiviolenza, gestito da Nondasola da 27 anni, è un osservatorio privilegiato della violenza maschile quale violazione dei diritti umani, che si manifesta non solo nelle relazioni di intimità ma anche quando una donna, nel suo percorso di uscita, non si vede riconosciuti il diritto alla giustizia, al lavoro, alla casa. Nonostante questo, il Centro antiviolenza è un luogo che continua ad accogliere e trasmettere la potenza del desiderio femminile ad autodeterminarsi.
Con lo slogan “il personale è politico”, il femminismo degli anni ’70 intendeva riportare alla cultura tutto ciò che per secoli è stato considerato “naturale”, “non politico”, un residuo della storia lasciato negli interni delle case, e soprattutto all’interno del vissuto di ogni singola. E’ con la volontà politica di stare dalla parte delle donne che l’Associazione ha deciso di costituirsi parte civile nei processi contro gli esecutori di Saman Abbas e dell’uomo, Mirko Genco, che ha ucciso Juana Cecilia Hazana Loayza al quale è stata comminata proprio in questi giorni una pena di 29 anni e tre mesi.
Giustizia è per tutte e tutti una parola importante. E per meglio comprenderla occorre misurarla a partire da sé, solo così forse riusciamo a cogliere i vissuti, le paure e le aspettative di chi, essendo nata donna, incontra tuttora ostacoli sulla strada della propria libertà.
Come è successo a Cecilia e Saman che per difendere il diritto a orientare la propria vita sono state uccise. Per non dissipare questa forza, siamo al loro fianco e al fianco delle donne che qui e altrove mettono a repentaglio la propria esistenza per difendere e nutrire la cultura che tutela i diritti di ciascuna: un posizionamento simbolicamente e concretamente importante per riempire di senso questo Lotto marzo.
Nondasola