La Fondazione Durante e Dopo di Noi di Reggio Emilia ha rinnovato nei giorni scorsi il Consiglio di Amministrazione e il Collegio sindacale della Onlus che si occupa dal 2014 di incentivare le autonomie possibili delle persone con disabilità sul nostro territorio.
Sono eletti componenti del nuovo CdA: Innocenza Grillone, confermata alla guida della Fondazione reggiana, Giulio Trevisi (vice presidente), Chiara Piacentini, Duilio Braglia, Federica Baroni. Primi dei non eletti Francesco Cigarini e Daniela Casi. Il collegio sindacale è composto da Massimo Giaroli, Eugenio Manfredi e Valeria Zuelli, mentre Massimo Ghirardi ed Enrica Inoretti sono stati eletti come sindaci supplenti.
Tra le priorità che caratterizzeranno l’attività della Onlus fino al 2024 emerge la volontà di lavorare per creare le condizioni affinché le famiglie socie possano iniziare a concretizzare e a strutturare nel “durante” le progettazione del “Dopo di noi”.
“In questi primi sette anni di vita della Fondazione – spiega Innocenza Grillone – siamo sicuramente riusciti a mettere a fuoco insieme ai soci e grazie al lavoro del consiglio di amministrazione uscente, a cui va tutta la nostra gratitudine, il tema del Dopo di noi: ovvero la necessità di immaginare “progetti di vita”, non solo in vista del venir meno del sostegno genitoriale ma anche in un’ottica nuova, quella che pensa alle persone con disabilità come a persone che hanno diritto ad essere riconosciute come adulti e se intendono sganciarsi dal nucleo familiare occorre assicurare loro tutti i sostegni e la gradualità necessari.
Negli scorsi mandati – continua Grillone – a questo scopo sono stati avviati percorsi programmati e personalizzati di accrescimento della consapevolezza e delle autonomie che coinvolgono attualmente circa 25 persone. In questo mandato il Cda si propone come scopo prioritario un passo avanti: quello di affiancare le famiglie nell’attuazione concreta di qualche “progetto di vita. Infatti se anche alle migliori intenzioni e progettazioni accurate non seguono fatti concreti e incarichi precisi, purtroppo queste, con grande facilità rischiano di rimanere lettera morta. Vogliamo assicurare un futuro ai nostri figli, vogliamo “vederlo in atto” e monitorarlo mentre siamo vivi, non vogliamo che sia un futuro indeterminato la cui realizzazione è affidata alla volontà, alle capacità o alle possibilità di chi affiancherà i nostri figli “dopo di noi”.