Parla delle usanze contadine della Bassa reggiana fra santi e gastronomia, il volume “Tradizioni di una Terra Bassa” distribuito dall’Associazione Prevenzione Tumori Guastalla.
Il libro, disponibile nella sede dell’Associazione Prevenzione Tumori in via Rosario 3/b a Guastalla e nelle edicole di Guastalla e Gualtieri, è stampato dall’associazione “perché sottende un fine solidaristico, in quanto il ricavato delle vendite sarà utilizzato per l’acquisto di un macchinario all’avanguardia per l’ospedale: un gesto importante per fare comunità, proprio come avveniva un tempo”.
E’ il mondo contadino di una volta – fra credenze e concretezza tutta padana – che si rivela e soprattutto si cerca di non disperdere grazie al nuovo libro “Le Tradizioni di una Terra Bassa. A ridosso del Po: i santi del calendario che scandivano usi e costumi, proverbi, filastrocche, poesie, ricette, gustosi aneddoti e non poche curiosità. Il tutto impreziosito da belle immagini (attuali ma anche d’epoca), le riproduzioni di ormai introvabili santini devozionali ma anche di diversi quadri naifs, sei testimonianze orali (da ascoltare con lo smartphone, come dire le moderne tecnologie al servizio della conservazione di memorie e storie che si tramandano).
“Il contadino annusava l’aria – spiega l’autore – e si affidava al calendario dei santi protettori. La saggezza contadina era spesso racchiusa in proverbi e detti che ne facilitavano la comunicazione e la memoria”. Pagine da sfogliare e apprezzare con calma e nel lento passare del tempo.
“Chi ha un minimo di sensibilità non può che sentirsi coinvolto in una tradizione che da orale si fa scritta, e vive e rivive nel profondo dell’anima. In questi tempi aridi in cui i valori morali cedono il passo al pragmatismo, la lettura di questo libro offre una sorta di potere salvifico, romantico, e allontana da ogni relativismo etico”.
Le candele ossia le previsioni metereologiche stagionali con gusci di noci e sale, il brodo di giuggiole o i sorprendenti tortelli con patate e giuggiole, la scodella di cappelletti in brodo “macchiati” da buon lambrusco che i nostri vecchi si gustavano davanti al focolare, la tavola lasciata imbandita per la “visita” notturna dei defunti.