Gara di rigori e mille domande degli alunni a Francesco Messori ad Albinea

Il capitano della nazionale amputati ha incontrato i ragazzi del paese reggiano.

Applausi, sorrisi e rigori nella mattinata albinetana di Francesco Messori, ospite oggi della rassegna comunale “Tu sì che vali”.

Il 25enne reggiano, capitano e fondatore della nazionale italiana amputati, ha presentato, di fronte a centinaia di alunni delle scuole elementari e medie di Albinea e Borzano, il suo libro “Mi chiamano Messi”. A condurre l’intervista è stato Andrea Delmonte, editor libri di Mondadori con l’aiuto, sotto forma di domande, dei ragazzi.

Francesco ha parlato prima nella palestra comunale di via Grandi con gli alunni della scuola primaria. A seguire c’è stata una gara di rigori in cui l’attaccante calciava e i ragazzi tentavano di parare. Alla fine il vincitore ha ricevuto un libro autografato. A seguire l’atleta ha parlato di fronte a 250 giovani delle scuole secondarie.

La storia dell’atleta, che vive a Correggio, porta con sé un valore educativo e motivazionale enorme che lo stesso Francesco ha trasmesso con le sue parole.

“La vera autorità non è imporsi, ma portare l’esempio – ha detto tra le altre cose Francesco – I miei genitori? L’esempio più grande è stato accogliere la mia disabilità, non solo accettarla. Il momento più emozionante della mia carriera? Aver indossato per la prima volta la maglia della nazionale ai mondiali in Messico. A voi ragazzi dico di non arrendervi mai perché nella vita potete fare tutto quello che sognate. Io ne sono un esempio.  A scuola non ero un fenomeno, ma ho capito una cosa importante: la prima materia più importante è saper vivere”.

CHI E’ FRANCESCO MESSORI

Francesco Messori, per gli amici Messi, nasce a Bologna il 22 novembre 1998. Vive e cresce a Correggio (RE), con il papà Stefano e la mamma Francesca. Fin da bambino mostra una radicata propensione per il gioco del calcio, che lo induce a intraprendere con determinazione la strada del calciatore. Non senza difficoltà però: dalla nascita Francesco è infatti privo dell’arto inferiore destro. Significa che deve giocare indossando una protesi, oppure, come ha fatto quasi subito, con l’ausilio delle stampelle. Nel 2012 crea un gruppo Facebook, attraverso il quale lancia un appello: cerca calciatori “come lui”. Le risposte non si fanno attendere, le adesioni sono numerose. Francesco fonda la Nazionale Calcio Amputati. La squadra partecipa al Campionato Mondiale nel 2014 e agli Europei nel 2017, qualificandosi per il Mondiale 2018.