Fabrizia Amaini racconta Sostegno & Zucchero

Una bella narrazione sull'impegno dell'associazione, sul aboratorio di Scrittura gestito da Franca Righi e sul Laboratorio Creazioni gestito da Maurizia Losi.

Riproponiamo l’articolo a firma di Fabrizia Amaini pubblicato sul numero di Novembre di “Primo Piano (mensile dei correggesi, e non solo)” che parla dell’impegno di Sostegno&Zucchero, del Laboratorio di Scrittura gestito da Franca Righi e del Laboratorio Creazioni gestito da Maurizia Losi.


L’ARTICOLO

Lunedì 30 settembre, nella Sala conferenze del Palazzo dei Principi si è tenuto un incontro promosso in occasione di un evento importante: la “Settimana della Salute mentale”.

Era il 1992 quando Richard Hunter, vice segretario della Federazione mondiale per la salute mentale, la istituì il 10 ottobre allo scopo di aumentare, in tutto il mondo, la consapevolezza in merito a questo delicato argomento mobilitando gli sforzi per combattere stigma e discriminazioni. Il tema che Reggio Emilia ha scelto quest’anno, nella ricorrenza della sua diciannovesima Settimana, è stato: “Condividere è una (mite) rivoluzione”, e ha contribuito a fornire più punti di vista alla rassegna, con spettacoli, eventi e laboratori organizzati in città e provincia.

La Sala conferenze pullulava di un allegro vociare di giovani provenienti da tre classi del Liceo Corso coi loro insegnanti, invitati da Franca Righi, organizzatrice dell’iniziativa, e con la partecipazione dell’Assessore alla cultura Gabriele Tesauri, del dottor Giorgio Magnani, di due educatrici dell’AUSL, di un gruppo di pazienti, e dell’Associazione dei familiari
“Sostegno&Zucchero”.

Scopo dell’incontro era rendere consapevoli i giovani studenti che il tema della Settimana della Salute mentale, cioè la Condivisione, non è necessaria soltanto a chi è relegato ai margini – perché si sa che la malattia mentale è di fatto una malattia delle relazioni – ma è un fattore indispensabile per la crescita e il progresso della società che deve saper accogliere l’altro, il diverso, il più fragile, nessuno escluso: “ Fratelli tutti “ come ha titolato il cardinale Zuppi la presentazione delle lettera enciclica di papa Francesco pubblicata a Reggio Emilia nelle edizioni San Lorenzo nel 2020.

E chi meglio di Franca Righi, psicologa e raffinata autrice di poesie e saggi, poteva imprimere al tema della condivisione quella direzione letteraria che coniuga lo scopo con il mezzo? Un mezzo semplice ed economico, ma anche potente ed efficace: la scrittura. Perché la scrittura può rappresentare l’espressione di un disagio interiore, adolescenziale o patologico, può divenire un ponte che allaccia l’interno con l’esterno, può trasformarsi in un atto terapeutico per il benessere mentale, può creare relazioni grazie ai rispecchiamenti reciproci, può originare nuove realtà e nuovi legami.

E questo lo sapeva bene Franca Righi, quando nel lontano aprile 2003, assieme a un amico psichiatra e a due operatrici, iniziò a ideare la possibilità di dar vita a un Laboratorio di scrittura per pazienti con disagio mentale, in carico al Centro Salute Mentale (CSM) di Reggio Emilia.

L’idea piaceva, ma sembrava difficile realizzarla: gli operatori gestivano già molte altre attività e nessuno aveva modelli o esperienze cui rifarsi nel campo della scrittura. Poi il Laboratorio prese il via, progettato a cicli di 7/8 incontri di un’ora e trenta ciascuno, una volta la settimana, in genere in primavera e in autunno, presso la Biblioteca di quartiere (era importante la scelta di un ambiente al di fuori dei circuiti psichiatrici e a contatto con gente del luogo).

Negli anni il Laboratorio si è esteso, coinvolgendo pazienti di altri distretti (soprattutto Correggio), andando a creare una realtà in cui poter guardare con occhi diversi e creativi al sofferente psichico. I partecipanti venivano selezionati solo in base alla loro motivazione, senza guardare alla diagnosi o alle condizioni psichiche: anche nel percorso le griglie diagnostiche non erano uno strumento utilizzato, in quanto si voleva favorire una libera espressione di sé, non imprigionata dalle etichette.

Ogni ciclo prevedeva otto incontri di un’ora e mezza ciascuno, una volta a settimana, e si concludeva con un questionario di gradimento e motivazione. Ogni incontro iniziava con uno stimolo, uditivo, visivo o letterario, che voleva favorire il contatto con la propria interiorità e intimità: esso rappresentava un mezzo attraverso il quale raccontare in modi nuovi e trasformare la propria storia, i propri desideri, le proprie paure.

Gli obiettivi del progetto erano chiari fin dall’inizio: incoraggiare riflessioni su argomenti pertinenti al mondo dei pazienti, facilitando l’espressione di emozioni, fantasie e vissuti quotidiani; stimolare l’interesse per la lettura; proporre momenti di svago attraverso esercizi e giochi promuovendo nel contempo la creatività; mitigare la solitudine mediante l’ascolto e l’accoglienza; dare anche ai pazienti più riservati e isolati
l’opportunità di partecipare all’attività, anche solo con la loro presenza; instaurare un ambiente di fiducia e rispetto reciproco accettando incondizionatamente ogni produzione linguistica; facilitare la memoria dell’esperienza vissuta trascrivendo per tutti i testi prodotti; gratificare i pazienti e renderli attori principali mediante una lettura pubblica delle opere create.

In questo clima di gioco e condivisione, il Laboratorio diventava un momento in cui poter alleviare il proprio dolore e sentire l’altro vicino.

“Al di là di tutto, credo che il successo del Laboratorio sia dipeso dal fatto che siamo stati veramente mossi dal desiderio di rendere protagonisti i pazienti, dando loro voce e parlando il loro linguaggio”, così Franca riassume l’esperienza. Oggi, dopo ventun anni, il Laboratorio di scrittura di Franca Righi rappresenta ancora un fiore all’occhiello del volontarismo locale che si esplica nel campo della Salute mentale.

Comunque non è finita qui, perché non posso tralasciare di citare un altro Laboratorio, sempre sostenuto dall’Associazione Sostegno&Zucchero, che, a Correggio, accoglie e occupa persone inviate dai servizi sociali e dal CSM (centro di salute mentale dell’Unione dei comuni).

È il Laboratorio Creazioni, nato all’incirca nel 2016 e mandato avanti da 10-12 operatrici volontarie dotate di tanta creatività, che accoglie circa 14 ‘utenti’ per tre pomeriggi alla settimana: martedì, mercoledì e giovedì. La sede è nel centro del paese, in via del Correggio. Ogni pomeriggio è dedicato a varie attività: creatività, cucito, disegno.

Così racconta la referente Maurizia Losi: “Se entri nel nostro piccolo laboratorio, trovi tessuti di ogni tipo e colore, accessori per ogni oggetto, carte e cartoncini, pennelli, colori, e tante idee. Abbiamo “ragazzi e ragazze” maggiorenni di ogni età che ci dicono che è bello frequentare il nostro laboratorio, perché si sentono accolti e non giudicati, trattati come gli altri e senza pregiudizi.

È in questi pomeriggi che loro trovano il coraggio di uscire, di ritrovarsi e di esprimersi con le mani e la fantasia. A volte arrivano arrabbiati o delusi dalla vita quotidiana, ma poi escono più leggeri, perché è in questo mondo di pomeriggi spensierati che le difficoltà, il dolore e le malinconie si attenuano, e il peso di vivere si divide con tutti. Gli oggetti che realizziamo vengono esposti nel negozio in corso Mazzini (quello ad angolo, ex Corradi) che abbiamo in comunione con Anfass.

Sono portachiavi, bamboline, biglietti di auguri e tanto altro che i nostri ragazzi realizzano per ricavarne piccole donazioni che ci permettono di pagare le spese di affitto, luce, gas. La cosa più bella sono gli abbracci che ci danno alla fine dei pomeriggi, e ci dicono “grazie, oggi sono stato davvero bene”.

A tal proposito non può mancare l’invito di Maurizia a collaborare al mantenimento di questa lodevole iniziativa: “Le porte del nostro laboratorio creazioni sono aperte a tutti, a persone fragili e ai loro familiari, a tutti coloro che hanno voglia di sentirsi parte di un mondo di aiuto e riconoscenza, a tutti i correggesi che desiderano dare il loro piccolo
contributo al punto vendita in Corso Mazzini, con una donazione in cambio di un oggetto fatto dai ragazzi”.

Ricordiamo infine che sono nate in questi anni anche collaborazioni con altri Laboratori, tra cui il Laboratorio di teatro, sorto nel 2022, che ha come referente Stefano Santachiara e regista Marco Santachiara, e, a periodi alterni, (per non sovraccaricare di stimoli i partecipanti) anche il Laboratorio di scrittura di Franca Righi la cui partecipazione è aperta a chiunque abbia voglia di cimentarsi con questa nobile arte.

In conclusione, non posso che sentirmi rappresentante di tutti i correggesi nel dire un “grazie” grande a tutti i volontari che, spesso nel silenzio del clamore mediatico, donano un po’ del loro tempo libero per rendere la vita di chi soffre appena più tollerabile. Grazie

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Amaini