Emporio solidale Dora, ecco la nuova gestione

Dopo quattro anni di aiuti materiali e solidarietà umana alle famiglie più disagiate, sono state aiutate 213 famiglie (800 persone) con l’impegno di 53 volontari.

Dopo quattro anni di intensa attività – aiutate sul piano economico, relazionale, educativo e umanitario 213 famiglie in forte disagio – l’Emporio solidale Dora di Reggio Emilia si avvia a una nuova gestione del progetto, costruito da Comune e Volontariato di Reggio Emilia, insieme con la fondamentale collaborazione di imprese e donatori, oltre che della Regione Emilia-Romagna.

L’Emporio, che si avvale di 53 volontari, è nato nel 2017 ed ha sede in viale Trento Trieste, in alcuni spazi della sede ferroviaria prima impiegati da Fer e poi riconvertiti in un’ottica di riqualificazione della struttura e dell’area.

Dal 2021 sarà gestito dalla nuova Associazione Emporio Dora, nata da un gruppo di volontari, da anni impegnati in Dora, e non più dal Centro di servizio per il volontariato Csv Emilia, che rimane comunque coinvolto nel progetto stesso insieme con la cooperativa sociale Papa Giovanni XXIII, che si occupa dell’attività educativa all’interno dell’Emporio.

È una scelta effettuata per garantire maggiore autonomia e capacità di sviluppo all’Emporio.

Il 30 aprile in una conferenza stampa è stata presentata la nuova gestione dell’Emporio e si è fatto il punto sulle attività svolte nel 2020, nell’anno più complesso della storia recente, in cui Dora ha garantito un supporto prezioso non solo alle famiglie aiutate direttamente, ma anche un coordinamento e riferimento per altre attività solidali, dalla spese a domicilio alla raccolta di donazioni e alla creazione di reti fra realtà impegnate nell’emergenza.

HANNO DETTO – “Il grande valore dell’attività svolta dall’Emporio Dora in questi anni – ha detto l’assessore al Welfare Daniele Marchi – è stato non soltanto il riuscire ad erogare un sostegno alimentare, un servizio fondamentale in particolare in questa fase segnata dalla pandemia in cui i bisogni delle persone sono aumentati, ma soprattutto la capacità di costruire reti e legami di comunità, e relazioni con le persone, con le famiglie che si sono rivolte all’Emporio. Un elemento, quest’ultimo, favorito anche dalla collocazione fisica dell’Emporio in un piccolo polo riqualificato dove trovano casa anche i Servizi comunali e diverse associazioni impegnate nel volontariato. Un grande grazie va in particolare ai volontari che hanno contributo ad arricchire di valore questa esperienza, che ci auguriamo possa consolidarsi nel futuro, propagandosi in maniera sempre più diffusa e forte in tutto il territorio cittadino”.

Il nuovo presidente di Emporio Dora, Emilio De Pascale, è anche il primo presidente della nuova Associazione ‘Emporio Dora’, costituitasi nel dicembre 2020: “Siamo fortemente legati a questo percorso. I volontari sono cresciuti di dieci unità in questi mesi, siamo pronti ad affrontare al meglio la nuova avventura e anche nuovi percorsi. Allo stesso tempo, il cordone ombelicale con Csv Emilia non si spezzerà, ci sarà sempre un rapporto intenso, prezioso anche per ampliare e rafforzare la rete dei rapporti con le altre associazioni e tutte le altre realtà impegnate nella solidarietà. In rete si possono affrontare al meglio situazioni complesse, soprattutto quelle che la pandemia ha generato e che temo si acuiranno nei prossimi mesi.

“Seguiamo 65 famiglie all’anno, assistite per un periodo massimo di un anno, per evitare la loro discesa in una situazione di povertà assoluta – ha aggiunto il presidente – Dall’inizio dell’esperienza, l’Emporio ha assistito 213 famiglie, molte delle quali hanno superato il periodo di sofferenza, per un totale di 800 persone. In origine erano previste due aperture alla settimana, ora le aperture sono aumentate a tre per dare maggior sostengo. L’emporio è sempre operativo, si lavora sempre. Dai nostri calcoli, abbiamo distribuito 400.000 prodotti, grazie a 400 donatori fra cui 140 imprese. Lo scorso anno abbiamo cercato di quantificare un valore dei beni distribuiti: circa 140.000 euro. Dietro a tutto questo c’è un grande sforzo, una grande disponibilità, siamo orgogliosi di poter dare questo contributo. E siamo pronti a sviluppare nuovi progetti, ampliare il numero delle famiglie ed essere presenti anche altrove: con l’aiuto di tutti siamo pronti ad accettare tutte queste nuove sfide.

“Soprattutto nel corso del primo lockdown, siamo stati coinvolti anche nella rete di sostegno che ha raccolto e distribuito pacchi alle famiglie tramite il centro creato al PalaHockey – ha concluso De Pascale – Un’esperienza pesante ma toccante, piena di valori, che ci portiamo dietro ancora oggi e che ci serviranno anche in futuro. Ora vogliamo far conoscere sempre più Dora, far capire che alle spalle vi è anche un progetto educativo: non solo la distribuzione dei beni, ma anche valori fondanti che penso debbano far parte del credo di ogni essere umano”.

“In questo momento – ha detto Umberto Bedogni, vicepresidente di Csv Emilia – è giusto ringraziare le associazioni che hanno permesso di costruire Dora, in un percorso condiviso con il Comune di Reggio Emilia, con la cooperativa Papa Giovanni XXIII, Caritas, Auser, Azione solidale. Sono questi i soggetti che, assieme alle straordinarie persone dello staff di DarVoce (ora parte di Csv Emilia), hanno portato avanti questa esperienza. Vorrei ricordare nella provincia di Reggio esiste un altro Emporio, a Guastalla, e che Dora è inserito in una rete di 24  Empori solidali regionale, un modello per altro al centro di studi. Questa esperienza regionale ora viene sfruttata anche per strutturare coordinamenti in altri territori. Grazie anche alle aziende donatrici, che permettono di rimpinguare i magazzini dell’Emporio e che ormai sono quasi troppo stretti per le tante donazioni che arrivano”.

Alla conferenza stampa ha partecipato anche Germana Corradini, dirigente dei Servizi sociali del Comune di Reggio Emilia, che ha a sua volta sottolineato l’importanza e la validità dell’esperienza di Emporio Dora ha avuto ed avrà per la comunità reggiana.

LE FAMIGLIE DELL’EMPORIO – Nel 2020, l’Emporio ha sostenuto 59 nuclei famigliari in difficoltà per un totale di 227 persone accolte, 122 maschi e 105 femmine.

La maggior parte delle persone (21 su 59 titolari di tessera di accesso all’Emporio) fa parte di un nucleo monogenitoriale, ovvero madri o padri soli, con uno o più figli a carico.

Seguono i nuclei numerosi: 17 sono i beneficiari in coppia con tre figli o più. Sono 14 invece le cosiddette famiglie “nucleari”, ovvero composte da una coppia con 1 o 2 figli. La minoranza è ricoperta dalle famiglie “plurinucleari”, che sono 3, e dalle persone singole, 4 in totale.

La condizione lavorativa: 32 beneficiari su 59 sono disoccupati, 24 occupati, 3 in pensione.

Le fasce di età: 111 persone su 127 si trovano fra i 18 e 65 anni, vi sono 111 minori (74 sotto agli 11 anni, 37 dai 12 ai 17 anni). Gli over 65 sono 5. Di questo totale, 158 sono i beneficiari con cittadinanza estera, 69 quelli con cittadinanza italiana.

Se nei primi due anni di attività dell’Emporio, la soglia massima consentita era fissata a 50 famiglie inviate dai Servizi sociali del Comune, con il 2019 e l’introduzione di nuovi canali di richiesta di sostegno, questa soglia è stata innalzata: prima a 60, per via degli Accessi diretti, poi negli ultimi mesi del 2020 il livello è stato ulteriormente elevato a 65 per permettere eventuali invii sperimentali anche da alcuni Centri d’ascolto della Caritas.

LA RETE DEI DONATORI -L’Emporio solidale rappresenta una parte importante nella costruzione dell’economia solidale e circolare; è un esempio di collaborazione fra soggetti diversi e questa capacità di fare rete è molto apprezzata dalle aziende, disposte a donazioni. Da un’analisi del quadro, si deduce che la pandemia abbia sensibilizzato ulteriormente il mondo economico e accresciuto il senso di responsabilità e solidarietà verso chi si trovava in difficoltà, partendo da un già significativo impegno delle imprese reggiane nel contrasto alle povertà. Emporio Dora è un progetto che si “può toccare con mano”, anche a distanza: le aziende hanno seguito sistematicamente gli aggiornamenti online del progetto. La chiusura nel periodo di confinamento primaverile del 2020 ha inoltre prodotto grandi eccedenze, trasformate in donazioni di beni rinnovate periodicamente.

L’Emporio Dora è sostenuto in diversi modi: da soggetti del terzo settore; da cittadini che aiutano Emporio attraverso il progetto di spesa solidale “Dora in poi” come da altri che effettuano donazioni occasionali e spontanee: da raccolte straordinarie, da donazioni di aziende, da donazioni economiche di aziende non alimentari.

L’Emporio solidale può contare sull’aiuto di 136 aziende, 122 delle quali hanno donato nel 2020.

Il 27% delle aziende che hanno reso disponibili beni nel 2020 sono donatrici continuative.

Molte delle imprese coinvolgono i loro dipendenti: nel 2020, 36 soggetti profit o non profit hanno organizzato raccolte alimentari o economiche, sia presso i loro dipendenti, sia presso i loro clienti. Inoltre, è ancora aumentata la partecipazione degli altri soggetti del Terzo settore.

I fornitori-donatori dell’Emporio possono essere suddivisi tra:

  • soggetti del terzo settore: Banco alimentare/Agea, Azione solidale, Caritas, altri empori della regione, la cooperativa sociale Papa Giovanni XXIII, associazioni locali di distribuzione alimentare a soggetti fragili;
  • cittadini che sostengono Emporio attraverso il progetto di spesa solidale “Dora in poi”;
  • donazioni occasionali e spontanee;
  • raccolte straordinarie (nelle aziende, fra dipendenti e clienti, nei supermercati, nelle scuole, nei circoli, nelle associazioni);
  • donazioni da aziende;
  • donazioni economiche da aziende non alimentari.