Ballerini, militanti civici, educatori, impegnati in prima linee nelle periferie brasiliane.
Sino al 18 giugno, saranno ospiti della famiglia della Collina e del GLM Gruppo Laico Missionario di Reggio Emilia un gruppo di giovani artisti appartenenti al Gruppo Pé No Chão, un’organizzazione della società civile che dal 1994 si occupa di educativa di strada nella periferia di Recife in Pernambuco in Brasile.
Durante questo periodo, metteranno in scena due spettacoli teatrali. “Roda Favela” verrà allestito venerdì 13 giugno alle 21 al cinema Multisala 900 di Cavriago, per “Mediterrano Invisibile” si passa a lunedì 16 giugno alla SD Factory di Reggio Emilia. Per Cavriago, i biglietti sono prenotabili telefonicamente o sul sito del a900; il 16 giugno, invece, vi sarà ingresso gratuito con offerta libera.
A cosa si assisterà? Gli educatori e le educatrici del Gruppo da più di 30 anni concretizzano la “Teologia della Liberazione” dell’intellettuale e pedagogista Paulo Freire offrendo a centinaia di bambini e ragazzi delle favelas di Recife la possibilità quotidiana di partecipare ad attività espressive, tra cui capoeira, breakdance, percussioni, teatro e altre forme artistiche. Le attività non hanno un mero scopo ludico-ricreativo, ma un fine di cambiamento, di attivazione di un processo virtuoso, di crescita e costruzione di strade “altre” rispetto a quelle della criminalità e dipendenza proposte in favelas. Desiderano essere spazi di inclusione e costruzione di una società più equa e umana.
L’intervento educativo diviene quindi nel Gruppo Pé No Chao uno strumento di liberazione, un vero e proprio processo di presa di coscienza, attraverso cui le persone si rendono conto delle cause delle loro difficoltà e sviluppano la capacità di agire per cambiare le loro condizioni della loro vita, in quella che loro definiscono una vera e propria “resistenza” e “lotta” non armata.
SCHEDA “RODA FAVELA” – CINEMA 900 CAVRIAGO VENERDI’ 13 GIUGNO
Sono 12 giovani artisti della periferia di Recife che partecipano alle attività del Gruppo Pé no Chão che portano in scena RODA FAVELA, il cuore pulsante delle favelas ai margini delle grandi città brasiliane.
Il processo creativo di questa pièce è nato durante la pandemia Covid19, quando l’elemento chiave fu l’isolamento. Se da un lato è stata una sfida estremamente difficile data l’impossibilità di contatti, dall’altro ha fatto risaltare ancor di più la creatività degli artisti, supportati dalla direzione di Laurent Poncelet, della Compagnia Ophelia Teatre di Grenoble. Questo difficile momento, è stato tradotto in gesti delle e nelle comunità abbandonate dal potere pubblico, e salvate dalla grandissima catena della solidarietà umana.
Nelle favelas i corpi parlano: allo stesso tempo sono oggetto di innumerevoli violenze, come il razzismo, l’omofobia, transfobia e uccisione/esecuzione di migliaia di giovani. Quegli stessi corpi maltrattati, vessati, si trasformano in strumenti di denuncia ed immediatamente di pratica della libertà.
E questi cammini di libertà vengono espressi dai loro capelli che fiammeggiano di un colore magico, che danzano a ritmi intensissimi per affermare con forza la loro identità, identità fondamentale per la costruzione della società brasiliana.
Quando questa pièce teatrale è stata preparata, il Brasile stava vivendo uno dei periodi più oscuri della sua storia: Bolsonaro era il Presidente della Repubblica. Questo periodo è stato il momento più doloroso per il popolo. Il numero degli esclusi è cresciuto a dismisura, e la fame è tornata ad attanagliare più di 30 milioni di persone. Nelle strade la gente che protestava percuotendo le pentole vuote.
Oggi Bolsonaro fa parte di un passato recente, ma presente come un incubo nella vita dei poveri delle tante favelas brasiliane.
Infine Roda Favela, denuncia con forza l’assassinio sistematico di oltre 30.000 giovani ogni anno, assassinii che non hanno nessuna risposta. E noi chiediamo: chi sta uccidendo la nostra gioventù?
- Dramaturgie et mise en scène: Laurent Poncelet.
- Assistant: Jose W. Junior.
- Distribution: Tayná da Silva Salomé, José Lucas de Souza Carvalho, Márcio Luiz do Nascimento,, Clécio Carlos dos Santos, Alyson Victor Oliveira da Silva, Enerson Fernando Ribeiro Alves da Silva, Glaucilene Ribeiro da Fonseca, Myrian Vitória Rufino Santos, Rita de Kássia Tenório dos Santos, Rinaldo Tenório dos Santos Lysa Vitoria da Silva, José Hilton Nascimentos, Deivison De França.
- Création musicale: Clécio dos Santos.
- Création lumière: Jonathan Argémi.
- Images: Martin Monti-Lalaubie.
- Montage vidéo: Christian Cuilleron.
- Attachée de production: Léa Meunier & Lisa Singer.
- Accompagnement tournée: Myriam Al Ismail, Marion Allard, Marcia Borgel, Louisa Boumezoued, Elise Reymond.
SCHEDA “MEDITERRANEO INVISIBILE”- SD FACTORY LUNEDI’ 16 GIUGNO
Questo spettacolo coreografico esplora la relazione tra l’oceano come territorio di attraversamento, memoria e resistenza. Tracciando un parallelo tra la diaspora africana forzata durante la schiavità e i movimenti migratori attuali attraverso i Mar Mediterraneo, la performance porta alla luce storie nascoste di dolore, fotta e speranza che hanno attraversato e continuano ad attraversare queste acque. Attraverso danze e musiche percussive afro-brasiliane, in particolare i ritmi pemambucani, la coreografia rivela come mari e oceani non siano solo ostacoli, ma anche spazi di identità e cultura.
STRUTTURA COREOGRAFICA
- PROLOGO – IL MARE COME TESTIMONE
- LE ORIGINI – RITMI E RADICI
- LA TRAVERSATA – L’OCEANO COME PRIGIONE
- L’ARRIVO – IL NUOVO MONDO E LA PERDITA
- MEDITERRANEO – LA NUOVA TRAVERSATA
- EPILOGO – IL MARE COME RESISTENZA
La creazione e l’esecuzione di questo spettacolo nascono dall’esperienza educativa e artistica di una decina di giovani che partecipano alle attività pedagogiche del Gruppo Pé no Chão.
Lo spettacolo rappresenta un omaggio ai 30 anni di esistenza e resistenza del Gruppo, che ha affrontato molte sfide per offrire a bambini, adolescenti e giovani delle periferie spazi di inclusione e costruzione di una società più equa e umana.
Il progetto fonde danza e musica percussiva per esplorare il legame tra gli oceani e le migrazioni forzate nel corso della storia.
La performance traccia un parallelo tra la diaspora africana durante la schiavitù, attraverso l’Atlantico, e i moderni flussi migratori nel Mar Mediterraneo.
Utilizzando ritmi afro-brasiliani, con particolare attenzione alle tradizioni pernambucane come maracatu, coco, ciranda e afoxe, lo spettacolo invita a riflettere sulla traversata marittima come esperienza di dolore, resistenza e trasformazione culturale. Attraverso espressione corporea, percussione dal vivo e narrazioni visive, la coreografia sensibilizza il pubblico sulle storie “invisibilizzate” di coloro che hanno attraversato e continuano ad attraversare i mari in cerca di sopravvivenza e libertà.