CSV Emilia si unisce al dolore per la scomparsa di Franco Correggi

Storico presidente della Croce Verde Alto Appennino, a lungo consigliere di DarVoce.

Ci uniamo all’infinito dolore della moglie Daniela Pedrini, della famiglia e della Croce Verde Alto Appennino per la scomparsa, avvenuta venerdì 1 aprile, di Franco Correggi.

Un grande volontario, che abbiamo apprezzato bene come consigliere di DarVoce nello scorso decennio.

Franco era una persona per bene, disponibile, che ha sempre dato tanto per tutte le associazioni e per tutto il territorio, una figura competente che ci ha aiutato, siamo felici di aver potuto lavorare con lui e con la moglie Daniela, a cui va ora il nostro pensiero.

LA NOTA DELL’ASSOCIAZIONE

La Croce Verde Alto Appennino di Busana informa che in data odierna è venuto a mancare Franco Correggi classe ‘56, storico volontario dell’Associazione. Fin dalla fondazione nel gennaio 1994 Franco ha svolto il suo impegno di volontario.

Dagli inizi dei primi anni del 2000 si è impegnato in prima persona entrando nel Consiglio Direttivo del quale è diventato Presidente e guida dal 2005 fino a marzo 2021, dove ha rassegnato le sue dimissioni a causa della malattia ma rimanendo sempre impegnato nell’Associazione col ruolo di Tesoriere fino agli ultimi giorni.

Nel corso dei suoi 16 anni di presidenza l’Associazione è stata profondamente modificata, grazie al suo impegno e alla sua passione la Croce Verde è diventata una solida e radicata realtà del territorio di Ventasso.

Molti sono stati gli adeguamenti che in prima persona ha seguito per far sì che la Croce Verde potesse continuare a svolgere la sua funzione di soccorso e di aiuto all’intera comunità. Il percorso più importante e fondamentale è stato quello che ha portato all’accreditamento regionale per poter continuare a svolgere l’emergenza-urgenza.

Non solo come amministratore, ma come volontario-soccorritore, Franco è stato un riferimento svolgendo diversi turni ma in particolare il suo “turno fisso” del mercoledì pomeriggio. Il suo umorismo e la sua simpatia hanno sempre portato un sorriso, come anche le sue “sfuriate” in dialetto stretto cervarezzino quando minacciava “raghesc me e strich l’us” (ragazzi io chiudo la porta).

Ci impegneremo al massimo per proseguire il suo lavoro seguendone l’esempio. Terremo stretti a noi i suoi insegnamenti e vivo nei nostri cuori il suo ricordo. E’ e sarà sempre un grande esempio di umanità, semplicità e saggezza per tutti i volontari.