AVIS Reggio Emilia premia Giulia e Miriana per il loro impegno durante la pandemia

Le due ragazze sono state una presenza costante nei mesi più difficili, quelli in cui tanti volontari non potevano prestare servizio.

Nella mattina di domenica 9 maggio si è tenuta l’assemblea annuale dei soci di Avis comunale Reggio Emilia, ospitata dal centro sociale La Mirandola a Reggio Emilia. Nel corso della seduta, sono state premiate con la medaglia d’oro AVIS al merito Giulia e Miriana, due giovani nostre volontarie. Il riconoscimento è stato consegnato dal sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi e dal direttore del reparto trasfusionale dell’ospedale cittadino Roberto Baricchi.

Giulia e Miriana, rispettivamente 21 e 23 anni, sono volontarie AVIS dal 2019, quando hanno iniziato il Servizio Civile Universale nell’associazione. Finita questo tipo di attività sono rimaste in maniera costante, con più presenze durante la settimana, diventando un punto di riferimento per tutti gli altri volontari e per i donatori.

Questa storia diventa veramente bella durante il periodo di pandemia (associare l’aggettivo “bella” vicino a “pandemia” può sembrare un ossimoro ma in questo caso ne vale veramente la pena) poiché a seguito del periodo di lockdown che ha colpito tutti noi tra marzo e maggio 2020, molti volontari non sono più potuti venire con continuità in associazione come prima ma Giulia e Miriana non hanno mollato e sono sempre state al fianco in supporto della principale attività di quel periodo: la continua riorganizzazione della raccolta a seguito delle continue modifiche di richieste da parte dell’ospedale di sangue, plasma e piastrine.

E’ stato un periodo molto intenso e duro: in primo luogo si è fatto fronte alla richiesta di numerosi donatori e cittadini che si sono candidati per donare sangue intero, rispondendo agli appelli nazionali per andare in aiuto a quelle zone, nel Bresciano e nel Lodigiano che, essendo diventate zone rosse, non riuscivano più a raccogliere.

Nelle prime due settimane si sono gestite circa 400 richieste di nuovi potenziali donatori, gestione che, in situazioni di normalità vede una richiesta mensile di circa 20 persone. Quando anche l’Emilia Romagna ha iniziato a registrare numerosi contagi, e ha imposto il lock down, la prima attività che è stata sospesa, sono stati proprio i prelievi per i nuovi donatori, ritenute attività non urgenti, e le prime donazioni studenti, categoria da preservare e da non incentivare per gli spostamenti attraverso mezzi pubblici. Successivamente tutte le attività operatorie e le terapie non urgenti hanno subito un arresto quasi immediato, quindi la situazione, che vedeva scorte di sangue importanti, è stata immediatamente riorganizzata sospendendo tutte le donazioni di sangue intero. È stata mantenuta la raccolta di plasma, piastrine e le sacche di sangue con fenotipo particolare per la neonatologia.

L’abilità di una gestione di questo tipo, che potrebbe ritenersi ridotta, è stata invece gestita in modo certosino: tutti gli appuntamenti sono stati annullati con una telefonata di sensibilizzazione e di spiegazione del motivo, visto che continuavano gli appelli nazionali a donare. Sappiamo che l’Emilia Romagna è una regione molto virtuosa e quindi era importante utilizzare le scorte prima che le sacche fossero scartate per iper-datazione. In quel momento erano più di 1.000 le sacche da smaltire, e oggi possiamo dire che solo 11 sono state scartate. Parallelamente c’è stato un monitoraggio continuo sulle sacche da raccogliere per la neonatologia, che andavano garantite: ogni disdetta, ogni spostamento era immediatamente rimpiazzato con un altro donatore, in un contesto dove molti si ammalavano, quindi le rinunce e la nuova ricerca sono state continue e non sono state facili.

Quando le misure di contenimento si sono allentate, e le sale operatorie hanno gradualmente ripreso le attività, è stata gradualmente incrementata la raccolta: si è data priorità alle prime donazioni degli studenti, oltre al fatto che erano stati i primi ad essere delusi per non potere aiutare in quel momento, era un’assoluta priorità garantire il ricambio generazionale.

“In questa storia Giulia e Miriana ci sono sempre state e sono state un aiuto fondamentale per tutta la nostra associazione. Proprio per questo abbiamo deciso di premiarle con la medaglia d’oro al merito, perché sono l’esempio di come i giovani, se motivati e responsabilizzati nel modo giusto, possano fornire il loro supporto alla società”, concludono da AVIS.