Arcigay Gioconda – scelto il nome della prima camera della futura Casa Arcobaleno di Reggio Emilia

Sarà dedicata a “Bingo”, storico fotografo dell’associazione.

Sarà dedicata a Bingo, tra i primi iscritti di Arcigay Gioconda e storico fotografo dell’associazione, la prima delle camere della futura Casa Arcobaleno Pier Vittorio Tondelli di Reggio Emilia: la scelta nasce nell’ambito della campagna di raccolta fondi a sostegno del progetto, che ha superato in questi giorni i 7.000 euro e che è attiva fino al prossimo 7 febbraio sulla piattaforma Idea Ginger https://www.ideaginger.it/progetti/una-casa-arcobaleno-per-reggio-emilia.html

Ciascuna donazione prevede infatti una “ricompensa”, tra cui la possibilità di avere un posto nel totem di ringraziamento all’interno della Casa Arcobaleno, o quella di intitolare una delle camere del primo appartamento. Come quella scelta per la sua donazione da Claudio Borri, attivista di lunga data di Arcigay Gioconda, che ha scelto il nome di Bingo per la prima delle camere.

“Agli inizi degli Anni Novanta – ricorda Borri – eravamo un gruppo di ragazzi giovani e tra di noi c’era solo una persona più grande, Bingo, che avrà avuto circa 65 anni ed era il fotografo ufficiale dell’Arcigay Gioconda di allora. Lo vedevo sempre in giro, da altri avevo saputo che aveva una situazione travagliata alle spalle: era sposato con figli ma che c’era stato un distacco dalla famiglia d’origine ed era rimasto solo. Entrando in Arcigay, tentava in qualche maniera di vincere la solitudine”. Prosegue Borri, ricordando la figura di Bingo: “era taciturno, ma parlava con lo sguardo quando stava con noi, ascoltava rimanendo presente. Si intuiva dai suoi occhi che aveva sofferto nel passato, ma aveva il piacere di stare in compagnia con noi, era diventato il nostro fotografo ufficiale. Purtroppo dopo un due anni è scomparso, non si è visto più. Infine dopo un anno è ritornato in Associazione per un breve periodo, è comparso e poi si è eclissato, definitivamente. Ho saputo dopo un pò di tempo che era morto di malattia, viveva da solo”. Scegliendo di intitolare la camera al fotografo scomparso, Borri vuole ricordare la figura di un uomo mite che sulla sua pelle aveva scontato il peso di non essere accettato dalla famiglia: “Quindi ci tenevo a dare il nome di questa persona proprio perché una Casa Arcobaleno serve anche per vincere la solitudine”.

LA CAMPAGNA DI RACCOLTA FONDI – A tre settimane dalla sua conclusione, la campagna di raccolta fondi promossa da Arcigay Gioconda per sostenere l’apertura della prima Casa Arcobaleno di Reggio Emilia supera i 7.000 euro. Un risultato importante, che sta vedendo una grande partecipazione da parte di singoli cittadini e associazioni: l’obiettivo è di raccogliere almeno 10.000 euro entro la data del 7 febbraio 2022. Tra le ricompense previste per chi dona, è prevista appunto la possibilità di scegliere a chi intitolare una delle camere della Casa – che a trent’anni dalla sua scomparsa, sarà intitolata allo scrittore corregese Pier Vittorio Tondelli – quale ringraziamento speciale per il sostegno al progetto. I fondi raccolti serviranno a finanziare piccole opere di ristrutturazione, l’arredamento e il sostentamento per il primo periodo di vita dell’appartamento. Una volta aperto, lo spazio potrà accogliere fino a 4 persone vittime di omofobia.

PERCHÈ UNA CASA ARCOBALENO – Dall’inizio dell’anno sono state 179 vittime di omofobia che hanno avuto il coraggio di denunciate: ancora troppe sono le persone che invece rimangono nell’ombra e senza nessuna rete di protezione, per la maggior parte adolescenti che vengono cacciati di casa dopo aver fatto coming out. A Reggio Emilia, nel 2021, sono state una ventina le persone che si sono rivolte ad Arcigay perché vittime di discriminazioni per il proprio orientamento sessuale. Molti di questi casi non vengono neppure denunciati. Durante il lockdown, in particolare, gli SOS giunti ad Arcigay sono stati tantissimi: si tratta di persone che nelle proprie abitazioni, in famiglia, sono state vittima di prevaricazioni o intimidazioni per il fatto di essere gay, lesbiche o trans.