Apre il 20 novembre la prima Casa Arcobaleno di Reggio Emilia

Uno spazio sicuro e protetto creato da Arcigay Gioconda in collaborazione con il Comune di Reggio Emilia e Acer, dove accogliere le persone Lgbti+ in fuga da situazioni familiari o sociali di rifiuto e talvolta di violenza.

Aprirà i battenti il prossimo 20 novembre la prima Casa Arcobaleno di Reggio Emilia, una casa rifugio che sarà uno spazio sicuro e protetto creato da Arcigay Gioconda in collaborazione con il Comune di Reggio Emilia e Acer, dove accogliere le persone Lgbti+ in fuga da situazioni familiari o sociali di rifiuto e talvolta di violenza.

Dopo quasi tre anni di intenso lavoro arriva così a compimento questo progetto ambizioso e necessario per diverse persone gay, lesbiche, bisessuali, trans*. Sono diverse le persone in lista di attesa che attendono da tempo di accedere al servizio e che verranno contattate dall’équipe di volontari che seguirà i casi nel loro percorso di reinserimento sociale. La struttura – che sarà intitolata allo scrittore correggese Pier Vittorio Tondelli, morto il 16 dicembre 1991 – potrà ospitare fino a quattro persone (due in accoglienza emergenziale e due in accoglienza a medio termine) ed è situata nel quartiere Gardenia, nelle vicinanze della sede di Arcigay Gioconda.

Le persone accolte troveranno non solo una casa che risponda ai bisogni primari immediati, ma anche supporto legale e psicologico e accompagnamento alla rete dei servizi della città, sia pubblici che in collaborazione con enti e istituzioni come la Camera del Lavoro di Reggio Emilia, fin dall’inizio partner di progetto.

La Casa Arcobaleno, completamente gestita su base volontaria dall’Arcigay reggiana, prevede due forme di accoglienza (emergenziale, di due settimane, e a medio termine, di 6-9 mesi) per rispondere sia a richieste immediate che però possono essere gestite con passaggi di accompagnamento e mediazione con la famiglia di origine, sia a esigenze di ricostruzione di una autonomia laddove un rientro non sia possibile.

Per accedere alla casa sarà necessario contattare Arcigay Gioconda; dopo questa prima fase, sono previsti una serie di colloqui per verificare che il servizio sia compatibile con le esigenze presentate. Le persone ospitate firmeranno poi un accordo che delineerà il percorso da seguire e le regole di adesione al servizio.

Per festeggiare l’apertura della Casa Arcobaleno, domenica 20 novembre – giorno del Transgender day of remembrance – è in programma l’iniziativa “Un tè per la Casa Arcobaleno” presso la sede di Arcigay Gioconda, all’interno del Circolo Arci Gardenia, alle ore 17, durante il quale verranno presentate alcune scene tratte dallo spettacolo interattivo “L’Arcobaleno Oppresso” proprio sulle problematiche familiari e sociali che talvolta portano a una fuga e quindi all’esigenza di un rifugio. È possibile partecipare con una donazione di 10 euro: la prenotazione è gradita, tramite i canali social di Arcigay www.facebook.com/arcigayreggioemilia, ig @arcigaygioconda. Per partecipare è necessaria la tessera Arcigay, che si potrà rinnovare o attivare sul posto. Tutto il ricavato verrà devoluto alla Casa, un progetto che non ha ricevuto alcun finanziamento pubblico.

HANNO DETTO – Il progetto della Casa Arcobaleno è stato presentato il 14 novembre nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno preso parte il sindaco Luca Vecchi, gli assessori alla Casa Lanfranco De Franco e alle Pari Opportunità Annalisa Rabitti, il presidente di Arcigay Gioconda Alberto Nicolini e il presidente di Acer Reggio Emilia Marco Corradi.

“Oggi arriva a compimento un progetto importante, che l’Amministrazione comunale aveva assunto come impegno con Arcigay Gioconda e che ha visto un lavoro corale da parte di una molteplicità su soggetti – ha detto il sindaco Luca Vecchi – In realtà si tratta di un impegno ancora più ampio, che si assume un’intera città rispetto ai bisogni della comunità Lgbti+ e che rappresenta una ulteriore pagina significativa della storia di Reggio Emilia nella storia dei diritti civili”.

“La Casa Arcobaleno – ha sottolineato l’assessore Lanfranco De Franco – è un progetto che riguarda le politiche abitative oltre che i diritti civili. E’ un servizio mirato, che già abbiamo per altre situazioni critiche, dedicato a tutte le persone che si trovano senza un tetto a causa delle proprie scelte personali legate all’identità di genere o all’orientamento sessuale. Da oggi queste persone sanno che a Reggio Emilia hanno la possibilità di contare sul supporto della comunità”.

“L’inclusione e la tutela dell’identità di genere e dell’orientamento sessuale, su cui lavoriamo da anni con Arcigay, rappresentano una parte fondante delle politiche dell’Amministrazione comunale  – ha detto l’assessora Annalisa Rabitti – Siamo orgogliosi di aver collaborato ad un progetto che punta a fornire una risposta concreta alle persone che fanno coming out o che si trovano in emergenza abitativa, ed è un valore aggiunto il fatto che questa Casa Arcobaleno sia dedicata al nostro Pier Vittorio Tondelli”.

“Il risultato che celebriamo in questi giorni non appartiene solamente ad Arcigay, al Comune e ad Acer, ma anche e soprattutto a più di un centinaio di enti, associazioni e singole persone che si sono unite per permetterci di creare un servizio di comunità basato sul volontariato per il bene di chi non ha una casa o è vittima di violenza solamente perché è Lgbti+ – ha detto il presidente di Arcigay Alberto Nicolini – Personalmente sono grato, posso dire fino alle lacrime, perché potremo rispondere con un servizio concreto alle telefonate che ci chiedono aiuto in emergenza, a tutte le ore, da parte di giovani, donne, persone trans. Non potete immaginare quanto sia difficile dover dire ‘non possiamo aiutarti’ a chi è disperato o ha bisogno di aiuto: voi ci permettete di uscire dall’impotenza e ci impegniamo a fare il più possibile e anche qualcosa di più”.

“La capacità di un territorio di dare risposte al bisogno abitativo – ha detto il presidente Marco Corradi – si misura non solo dalla quantità di alloggi messi a disposizione, ma anche dalla sensibilità nell’interpretazione dei bisogni, oggi sempre più differenziati. Il contributo di Acer Reggio Emilia, in questo caso, non si limita alla sola gestione dell’alloggio, ma metterà a disposizione anche tutte le attività necessarie all’accompagnamento all’abitare per garantire il benessere degli abitanti”.

LE RISORSE PER LA GESTIONE E A SUPPORTO DELLA STRUTTURA – La Casa Arcobaleno di Reggio Emilia è situata all’interno di un appartamento concesso in comodato d’uso da Acer – tra quelli a disposizione dei Comuni per progetti speciali a favore delle categorie fragili – e viene gestita dall’associazione Arcigay in virtù di una manifestazione d’interesse promossa dal Comune di Reggio Emilia: il contratto di concessione ha una durata di tre anni, rinnovabili, fino al 30 settembre 2025.

L’appartamento – della cui individuazione e sistemazione si è occupata Acer – è composto da due camere da letto, un bagno, una sala da pranzo con ingresso e una cucina, balcone e cantina di pertinenza.

Lo spazio è completamente autogestito da Arcigay grazie alle donazioni raccolte nell’ultimo anno sia tramite la campagna di raccolta fondi sulla piattaforma Ideaginger che da parte di privati, associazioni e circoli Arci, per un importo complessivo di circa 25.000 euro. In contemporanea alla campagna di raccolta fondi, inoltre, l’associazione ha promosso una serie di iniziative ed eventi sul territorio reggiano per raccogliere ulteriori risorse e promuovere la conoscenza del progetto. Tra questi fondi si sono aggiunti quelli di alcuni soggetti istituzionali del territorio, tra cui Cgil Reggio Emilia che – oltre a un contributo economico di 2.000 euro –  ha sottoscritto una lettera di intenti sul tema delle discriminazioni sul lavoro e l’orientamento ai diritti. Parte dei fondi sono già stati utilizzati per l’allestimento della struttura, l’assicurazione, l’istallazione di cucina e parte del bagno oltre che all’acquisto del mobilio necessario, mentre i restanti andranno a coprire le spese di gestione e alimentari, nonché il sostegno agli ospiti per le esigenze quotidiane. Si tratta dunque di un progetto estremamente impegnativo ed oneroso per l’associazione, basato integralmente su donazioni; chi volesse contribuire, potrà farlo tramite donazione direttamente dal sito https://arcigayreggioemilia.it/sostienici/ oppure su conto corrente intestato a “Comitato Provinciale Arcigay Gioconda”, Iban IT62T0850912801028010020324, causale Donazione Casa Arcobaleno Pier Vittorio Tondelli. Tutte le informazioni sono disponibili sul sito www.arcigayreggioemilia.it

UN SIMBOLO PER RICORDARE LE VITTIME DI OMO-BI-TRANSFOBIA – Le diverse camere della Casa Arcobaleno saranno intitolate simbolicamente in ricordo di persone care alla comunità Lgbti* reggiana ma non solo: tra le ricompense previste nell’ambito della raccolta fondi, c’era infatti la possibilità di dedicare una stanza a una persona specifica per mantenerne viva la memoria o di avere un posto nel totem di ringraziamento all’interno della stessa casa.

Una delle stanze sarà dedicata a Bingo, tra i primi iscritti di Arcigay Gioconda e storico fotografo dell’associazione, “una persona taciturna, ma parlava con lo sguardo quando stava con noi, ascoltava rimanendo presente. Si intuiva dai suoi occhi che aveva sofferto nel passato, ma aveva il piacere di stare in compagnia con noi, era diventato il nostro fotografo ufficiale” come lo descrive l’attivista Claudio Borri, che vuole ricordare la figura di un uomo mite che sulla sua pelle aveva scontato il peso di non essere accettato dalla famiglia: “Quindi ci tenevo a dare il nome di questa persona proprio perché una Casa Arcobaleno serve anche per vincere la solitudine”. Una seconda stanza, con una scelta altamente simbolica fatta dal Gruppo migranti di Arcigay, sarà dedicata a Papa Blessing, un esponente della comunità gay nigeriana, scomparso anni fa. “Ad Abuja in Nigeria c’era un ristorante in cui se eri gay sapevi che potevi andare e trovare consiglio, protezione, amicizia. Era il locale di Papa Blessing, un uomo che era punto di riferimento per tutti noi giovani nella Nigeria omofoba – spiega Tony Andrew, attivista nigeriano e leader del gruppo migranti di Arcigay Reggio Emilia – Papa Blessing è morto improvvisamente circa dieci anni fa ma lo pensiamo spesso,