Il 2 luglio il consiglio comunale di Novellara ha approvato all’unanimità la mozione di iniziativa popolare per richiedere misure di tutela per le donne affette da endometriosi, una mozione espressa dai cittadini novellaresi con quasi 200 firme raccolte in poche ore nel mese di aprile. Un’iniziativa “dal basso”, che nasce dalla volontà dei cittadini e dai bisogni individuati dalle pazienti.
La referente per la bassa reggiana Barbara Bertellini è intervenuta in consiglio comunale dove è stata rilevata una convergenza di obiettivi da consiglieri di ogni schieramento e partito, che hanno espresso interesse e partecipazione per un tema che si è rivelato trasversale e urgente da affrontare. “Stasera non si vota solo una mozione ma si stringe anche un patto con i cittadini che promuovono questa campagna e che hanno dato vita ad una mobilitazione rara di questi tempi.” Ha detto in aula il Sindaco Elena Carletti.
Novellata è la seconda città italiana ad approvare il testo di questa specifica mozione basata sull’evidenza scientifica, che impegna il Comune di Novellara in alcune misure territoriali sull’endometriosi per le giovani e i professionisti della salute, e che prevede una segnalazione al Ministero della Salute, e alle commissioni preposte in Senato e Regione Emilia Romagna al fine di ottenere un cambiamento sistemico e legislativo proposto dagli stessi cittadini attraverso la firma.
L’iniziativa, ideata dalla cittadina reggiana Sara Beltrami fornisce strumenti volti a favorire l’implementazione di nuove politiche sanitarie basate sull’evidenza scientifica ed è la prima petizione italiana ad attivare questa strategia. Perché il meccanismo solleciti il Governo è necessario che più comuni italiani ora aderiscano al medesimo iter. Oltre ai cittadini emiliani, anche molti comuni toscani si sono recentemente attivati raccogliendo centinaia di firme per il proprio Comune, di cui ora si attende la validazione e il voto delle giunte.
Il Comitato è stato ricevuto anche dal Presidente Bonaccini per la consegna delle migliaia di firme raccolte in tutta la Regione e ha attualmente attivato un dialogo di trattativa con l’assessorato alla salute per richiedere l’attivazione misure di tutela sul territorio regionale.
L’endometriosi è una malattia cronica che colpisce 3.000.000 di donne italiane in età riproduttiva, e che ha la capacità di impattare in modo negativo sulla vita delle giovani in termini di qualità di vita personale e lavorativa, rischio di ospedalizzazione, danni permanenti, e infertilità. Rappresenta la prima causa di dolore pelvico cronico in donne in età fertile, eppure oggi le pazienti che ne sono affette non hanno tutele sul posto di lavoro né un’esenzione ticket per i costi di terapie e visite. Una condizione inasprita dalla pandemia, che ha visto 1 donna su 2 peggiorare la propria situazione economica, riducendo così la propria capacità di cura e di spesa per la cura.
Secondo il Ministero della Salute in Italia sono affette da endometriosi il 10-15% delle donne in età riproduttiva e interessa il 30-50% delle donne non fertili o che hanno difficoltà a concepire. La sfida è anche quella di individuare in modo rapido percorsi diagnostici e terapeutici mirati e preventivi. Il tempo medio per la diagnosi è molto lungo, intorno ai 9 anni.
Si stima che trascorrano in media 4 anni prima che la paziente consulti il medico, e altri 4 per l’identificazione e la conferma della diagnosi, dopo una media di 5 specialisti consultati.