Tortellata di Santo Stefano con il circolo Arci Gardenia

Domenica 26 dicembre, con inizio alle 13, per sostenere il progetto Casa Tondelli e l'emporio solidale Dora.

Torna la tortellata del Circolo Arci Gardenia. Dopo un anno di inevitabile pausa forzata, il circolo attivo nell’omonimo quartiere reggiano propone nuovamente la propria classica proposta gastronomica di Santo Stefano.

La tortellata si svolgerà domenica 26 dicembre, con inizio alle 13, negli spazi del circolo in viale Regina Elena (dietro alla farmacia). L’obiettivo è duplice, creare un momento di condivisione con i soci e raccogliere fondi per due cause benefiche, Casa Tondelli, il progetto di Arcigay Gioconda per la costruzione di un centro di accoglienza per persone LGBTQI* e l’emporio solidale Dora.

Il menù prevede antipasti misti seguiti da tris di tortelli: verdi, di zucca e con un ripieno a sorpresa proposto dal cuoco Antonio Bitonti, I tortelli sono stati preparati a mano da soci e volontari in questa settimana. A chiudere, panettone e pandoro. Il costo di partecipazione, comprensivo di vino e acqua, è di 20 euro a persona, il prezzo scende a 12 euro per i bambini.

La prenotazione è obbligatoria contattando Fulvio al numero 338 – 1123639. L’iniziativa è riservata ai soci Arci, chi non abbia la tessera potrà sottoscrivere quella valida per il 2022 direttamente al Gardenia. Per l’accesso, sarà necessario il Super Green Pass.

Cos’è CASA TONDELLI?

È un progetto di Arcigay Gioconda Reggio Emilia per realizzare una casa per accogliere le persone LGBTQI* vittima di violenza e omofobia per l’Emilia-Romagna e Italia. Un luogo accogliente e sicuro per permettere alle persone in difficoltà di riprendersi e costruirsi un nuovo percorso di vita. Dal dormire, al mangiare fino al supporto psicologico e alla ricerca attiva del lavoro.
I numeri sono chiari: 179 vittime di omofobia dall’inizio dell’anno e stiamo parlando solo di quelle persone gay, lesbiche e trans che hanno avuto il coraggio di denunciare. Tantissime persone invece rimangono nell’ombra e senza nessuna rete di protezione, pensiamo agli adolescenti che vengono cacciati di casa perché hanno fatto coming out.

Solo a Reggio Emilia quest’anno sono state una ventina le persone che si sono rivolte ad Arcigay perché vittime di discriminazioni per il proprio orientamento sessuale e i numeri non fanno che salire in breve tempo.
Molti di questi casi non vengono neppure denunciati a cui va ad aggiungersi la mancanza di strumenti e leggi in questo senso.
Durante il lockdown, in particolare, gli SOS giunti ad Arcigay sono stati tantissimi: si tratta di persone che nelle proprie abitazioni, in famiglia, sono state vittima di prevaricazioni o intimidazioni per il fatto di essere gay, lesbiche o trans.

Ora c’è la possibilità di aprire un appartamento per accogliere fino a 4 persone vittime di omotransbifobia, con già molte persone che si interfacciano per chiedere un aiuto. Occorre però rimboccarsi le maniche! Bisogna ristrutturare e arredare gli spazi e garantire la continuità del progetto per il primo anno di vita.

Cos’è DORA EMPORIO SOLIDALE?

È un progetto di solidarietà cittadina che vede la
partecipazione delle Istituzioni locali, di associazioni, volontari, imprese pubbliche e private. Un obiettivo comune: reintegrare.
L’obiettivo di Dora è aiutare persone che sono cadute in difficoltà temporanee a ritrovare un lavoro, recuperare la propria autonomia e rimettersi in piedi. L’emporio non offre solo cibo e prodotti gratuiti, ma anche servizi, corsi di formazione e nuovi rapporti umani.

Un’idea che arriva da lontano. DORA è il 20esimo emporio solidale in Emilia Romagna e il 60esimo in Italia. Segue un modello che si sta diffondendo in tutta Europa, differenziandosi sulla base delle necessità locali di contrasto della povertà, ottenendo premi e riconoscimenti. Perché? Prima di tutto, perché è efficace. In secondo luogo, perché è flessibile.