Jara Bizzarri è mancata l’anno scorso, a marzo, dopo un breve e doloroso calvario. Proprio nelle settimane in cui scoppiava la pandemia.
Jara era la compagna del socio fondatore, consigliere e collaboratore dell’associazione Effetto Notte, Emanuele Ferrari, e la mamma di Ester.
Per testimoniare la stima e l’amicizia che ci legava a lei, abbiamo sentito l’urgenza di ricordarla, in accordo con la famiglia: ricordare lei che partecipava spesso alle nostre iniziative, anche in Pineta, con Emanuele, e soprattutto con la figlia Ester”, spiegano da Effetto Notte.
Ricordarla creando un piccolo luogo laicamente sacro.
Uno spazio di meditazione, suggestivo e appartato, in cui soffermarsi a leggere e stare in compagnia dei ricordi: il giardino di Jara, collocato nel pianoro sopra il chiosco, nel cuore della Pineta.
Un’iniziativa voluta, ideata e coordinata dalla nostra associazione Effetto Notte, che da diversi anni si prende cura proprio del parco di Casina: in questa occasione, l’associazione culturale ha coinvolto molte figure della comunità (oltre alle persone citate nell’articolo), determinanti per la buona riuscita dell’opera.
In tanti, infatti, hanno contribuito alla creazione ideale e materiale di quest’angolo di verde nel verde, profondendo tempo ed energie per una accurata progettazione e realizzazione, fatte di idee, suggerimenti, materiali, manodopera e contributi economici.
Il disegno della vegetazione è stato creato da Monica Fantini, che ha selezionato anche gli arbusti (tutte piante perenni). Erman Giudici, giardiniere di professione, nonché amico d’infanzia di Jara, ha messo a dimora tutte le piante. Il vivaio Idea Verde di Felina ha contribuito mettendo a disposizione una parte degli esemplari interrati.
Sono state scelte due piante maestose, come l’Albero dei tulipani (Liriodendro) e il Liquidambar; una specie di piccole dimensioni, quale il Cornus kousa; alcuni arbusti, in particolare la Spirea, l’Ortensia arbustiva, la Daphne odora, l’Elleboro e alcuni esemplari di Viburno, oltre alle erbacee perenni: l’Erica, la Bergenia, la Digitalis e l’Hosta.
Un raffinato lavoro artigianale è stato compiuto da Serena Pelliciari, con il marito Davide Rabotti: insieme hanno disegnato e realizzato un’elegante panchina (a forma di J), con una struttura in acciaio lavorato e piegato a mano e con il piano in castagno.
Presto, nel giardino verrà collocata anche una cassetta di libri in legno, frutto del loro ingegno e dedizione. Il momento migliore per visitare il giardino di Jara è il tramonto, quando i raggi bassi del sole, non del tutto schermati dagli esili e lunghi tronchi dei pini, illuminano di un colore di fuoco la panchina, gli arbusti e gli alberi circostanti.
Sentiamo forte la mancanza di Jara. Eppure sappiamo che, pur non essendo più tra noi, la sua figura ci ha uniti e ha creato ancora una volta qualcosa di buono e condiviso, armonioso e duraturo.