La sezione CAI di Reggio Emilia segnala una situazione che si sta sempre più aggravando sulla rete escursionistica reggiana. Da tempo, e sempre con maggiore frequenza, si riscontrano problemi alla segnaletica, in particolare a quella verticale. Un numero elevato di frecce vengono rotte o “asportate”, e in diversi casi sono stati tolti anche i pali. Il fenomeno è da tempo diffuso sul crinale, dove in alcuni casi le rotture delle frecce potrebbero anche essere state causate da animali di grande stazza. Ora il fenomeno si sta diffondendo in particolare nelle zone del medio e basso Appennino.
Nelle ultime settimane sono state trovate frecce rotte in diversi sentieri dell’Appennino, a cominciare dal Sentiero Spallanzani, dalla Via Matildica del Volto Santo e dal Sentiero dei Ducati. Solo nel Comune di Casina negli ultimi due anni sono state rotte o rimosse 32 frecce e asportati 6 pali. Proprio di questi giorni è la segnalazione di frecce tolte nella valle del Tassobbio sul Sentiero dei Ducati, frecce nuove posizionate in loco appena alcune settimane fa.
Buona parte della rete escursionistica reggiana, compresa nel Catasto Sentieri della Regione Emilia-Romagna, è curata dalla Sezione reggiana del Cai attraverso convenzioni con i Comuni o con il Parco Nazionale. Per la manutenzione e la segnaletica sulla rete escursionistica anche la Regione Emilia-Romagna ha messo a disposizione risorse utilizzabili dai Comuni o dalle Unioni dei Comuni: questo permette al nostro territorio di avere una delle reti escursionistiche migliori della Regione. La situazione che il Cai rileva è una situazione che sta diventando insostenibile, sia perchè i volontari del Cai devono in continuazione riposizionare nuove frecce, sia perchè la mancanza delle stesse pregiudica la percorribilità – e quindi la sicurezza – della rete escursionistica.
Sicuramente per il Cai siamo di fronte ad atti vandalici gratuiti, ma l’impressione è anche quella di una insofferenza verso gli escursionisti e di conseguenza verso la rete dei sentieri. E’ una situazione al limite del paradossale: più si incentiva la promozione del territorio attraverso forme di turismo lento e sostenibile, più si incontrano problemi alla pratica e alla diffusione di questo turismo.
Sicuramente la piena attuazione della Legge regionale 14 del 2013 “Rete escursionistica dell’Emilia-Romagna e valorizzazione delle attività escursionistiche”, che definisce i percorsi escursionistici compresi nella stessa rete di interesse pubblico, o una eventuale nuova legge, potrebbero risolvere alcune delle problematiche legate all’escursionismo. Il Cai emiliano-romagnolo sta chiedendo da oltre un anno un confronto con la Regione su questi temi, ma senza avere nessun riscontro.