L’Italia non è un Paese digitale, ma vuole diventarlo. Si stima che 26 milioni di persone non abbiano competenze di base e tra queste un dato, inaspettato, segnala che sono soprattutto giovani tra 25 e 34 anni a non tenere il passo rispetto ai coetanei europei.
Il Governo ha deciso di stanziare ingenti finanziamenti per infrastrutture digitali, tra cui cloud e connettività, attraverso il Piano nazionale di ripresa e resilienza.
Nessuna rivoluzione digitale potrebbe però essere efficace senza coinvolgere le persone, a cui il Pnrr si rivolge con circa mezzo miliardo di euro per progetti come il Servizio civile digitale per aiutare i più fragili e i centri di facilitazione digitale per insegnare ai cittadini come fruire di servizi online.
Affianca queste iniziative, un Fondo per la Repubblica Digitale nato da un accordo tra i ministeri dell’Economia e per l’Innovazione e l’Acri, associazione nazionale che raccoglie 81 fondazioni di origine bancaria.
Anche la Fondazione Manodori contribuisce al fondo con l’intento di promuovere l’inclusione ed investendo sulle conoscenze informatiche di base che favoriscono la partecipazione attiva alla vita sociale e alle opportunità educative, culturali ed economiche dell’attuale sistema sociale. Si prevede inoltre che il fondo promuova programmi specifici dedicati ad incrementare la preparazione delle donne che hanno di frequente meno dimestichezza e, di conseguenza, minori opportunità nel mondo digitale.
Partono proprio in questi giorni due bandi, “In progresso” e “Prospettive”, tesi ad accompagnare lo sviluppo delle competenze digitali di donne e uomini ai margini del mercato del lavoro, per offrire loro migliori condizioni di inserimento ed opportunità professionali.
“Ancora una volta la Fondazione Manodori – commenta il presidente Romano Sassatelli – interviene a favore della crescita delle competenze e della formazione, per colmare le disuguaglianze e fornire a tutti gli strumenti indispensabili per interagire con il mondo contemporaneo. Il Fondo per la Repubblica digitale consentirà una vera e propria rivoluzione culturale senza lasciare indietro nessuno. Ci auguriamo che arrivino progetti anche dal territorio reggiano, in modo da ottenere una ricaduta sulla nostra comunità”.
Ogni territorio potrà aderire e ricevere finanziamenti proponendo progetti in quest’ambito e si auspica che anche la nostra provincia possa, come in altre occasioni, mettere in campo percorsi per accompagnare i più fragili ad avere dimestichezza con mouse e tastiera. Verranno privilegiate proposte innovative o sperimentali.
Finora è stato raggiunto un obiettivo di raccolta di oltre 83 milioni di euro, un risultato rilevante a conferma dell’urgenza di una ‘alfabetizzazione informatica’ e anche della necessità di intervenire per ampliare la platea di coloro che potranno accedere a nuove professioni digitali.
Per informazioni, visitare il sito www.fondorepubblicadigitale.it