Spettacolo teatrale per il Gaom a Castelnovo Monti

Venerdì 24 febbraio al teatro Bismantova. Alle 21 andrà in scena “Tutta colpa del cavallo”.

A teatro per sostenere il Gaom e il suo impegno nelle missioni in Etiopia. È un appuntamento che unisce solidarietà e cultura, quello in programma venerdì 24 febbraio al teatro Bismantova di Castelnovo Monti. Alle 21, nella struttura culturale appenninica andrà in scena “Tutta colpa del cavallo”, uno spettacolo scritto da Patrizia Annigoni su un’idea di Franco Bonilauri, per la regia di Carla Manoli.

La base è uno dei miti fondanti della cultura occidentale, quello del cavallo di Troia narrato nell’Iliade di Omero. Sul palco, saranno attori reggiani a ricreare le voci e le pulsioni di Ulisse, Menelao, Afrodite, Elena. Il cast comprende, oltre a Bonilauri e alla Annigoni, anche Ennio Cantoni, Marco Aguzzoli, Mirco Mazzacani, Daniele Bertani, Susanna Torelli, Andrea Bagni, Rita Annecchino, Martina Rinaldi, Susanna Torelli, Roberta Bedogni e Monica Mirandola.

I costumi sono curati da Ave Leuratti, il trucco da Manuela Baroni, le scenografie da Massimiliano Pistoni e la grafica da Daniele Bertani.

Il biglietto d’ingresso costa 10 euro, il ricavato della serata verrà devoluto al Gaom (Gruppo Amici Ospedali Missionari) di Castelnovo Monti per sostenere le attività del progetto di sostegno femminile Mariam.

Di cosa si tratta? Di un percorso pensato per cercare di garantire, attraverso percorsi di studio e di lavoro una concreta possibilità di futuro ad una gruppo di ragazze poverissime che abitano la parte più povera della baraccopoli di Shashemene. Come a Dinkinesh, che a soli 6 anni era sulle strade per spaccare le pietre e portare il cemento a coloro che poi dovevano ricostruirle. Era rimasta orfana del papà e lavorava per mantenere la sua famiglia, essendo la più grande di quattro sorelle. Oggi ha diciotto anni, non sa né leggere né scrivere, sua mamma è malata e lei si chiede quale futuro può avere, O come Alemwork a cui hanno portato via il bambino più grande, di soli 14 anni e dandogli in mano un fucile per poi mandarlo al fronte dopo tre mesi di addestramento a combattere contro il Tigray.