Giovedì 26 gennaio, alle 18.30 alla biblioteca di Santa Croce in via Adua 57 a Reggio Emilia, è in programma la presentazione del libro “Copula Mundi” di Carlo Miccio promossa dall’associazione Città Migrante e dal collettivo Primo Contatto in collaborazione con la biblioteca di Santa Croce.
Nell’occasione l’autore dialogherà con Lavinia Bianchi dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia e con Federica Zambelli di Città Migrante.
DI COSA SI PARLA
«Sono anime pure. Copula mundi, il collante del mondo, l’anello di congiunzione che lega il regno di Dio e quello delle cose.»
Estate 2016. Dopo una condanna per guida in stato d’ebbrezza, Marco Cicoli – prossimo ai cinquant’anni, un presente indefinito e un passato di tossicodipendenza ancora da metabolizzare –sceglie di scontare la pena con un lavoro di pubblica utilità presso un CAS, una delle tante strutture improvvisate che le prefetture autorizzano per fronteggiare la cosiddetta emergenza migranti. Assegnato alla supervisione di Gianpiero – un ragazzo disabile di insospettabile efficienza professionale – Marco approda così al Casolare, un vecchio motel riadattato e «avvolto da una patina di sporcizia e malaffare che gli dà tutta l’aria di un set cinematografico».
Fin dal suo arrivo viene travolto da un’umanità densa e pulsante di vita, traboccante di storie segnate dall’urgenza di essere raccontate. Storie drammatiche e divertenti, talvolta ambigue e paradossali, ma sempre molto lontane dalle narrazioni tossiche che media e politica offrono sul famigerato popolo dei barconi. La comunità locale è nel frattempo sconvolta da un tragico fatto di sangue consumatosi a poca distanza dal Casolare, di cui viene accusato un immigrato, e reagisce con violenza. Ma ancor più sconvolgente si rivelerà per Marco un incontro totalmente imprevisto, una scheggia dolorosa di passato che lo costringe a fare i conti con se stesso in un momento di particolare vulnerabilità.
Tra finzione narrativa e preziosa testimonianza, Carlo Miccio ci racconta una vicenda cruda e spiazzante, gettando uno squarcio di luce su uno dei tanti, piccoli universi di marginalità sociale, dove si annidano i disagi, i conflitti e le contraddizioni degli “ultimi”.
L’AUTORE
Carlo Miccio (1965) lavora da molti anni come mediatore culturale con profughi e richiedenti asilo, e nel settore dell’assistenza a persone diversamente abili. Ha pubblicato diversi racconti per la collana “Toilet” di 80144 Edizioni, di cui è stato anche fondatore. Il suo primo romanzo, “La trappola del fuorigioco” (Edizioni alphabeta Verlag, 2017), una storia di calcio e disagio mentale, ne ha rivelato il talento narrativo.