|
Si intitola Monitoraggio e ricognizione nazionale delle esperienze di amministratore di sostegno, la ricerca più attuale e completa sull’Amministrazione di Sostegno in Italia, alla cui stesura e presentazione ha partecipato anche il coordinamento di NON+SOLI di Reggio Emilia. Non è una lettura da ombrellone, ma un uno studio approfondito, che ha visto la collaborazione di oltre 700 esperti a livello nazionale. Dalla ricerca emerge l’immagine disomogenea di un’Italia in cui l’Amministrazione di Sostegno, inserita nel codice civile da quasi 20 anni, è stata applicata solo in 7 regioni, con differenze rilevanti, imputabili alle diverse inerzie amministrative e ai diversi protocolli di collaborazione tra volontariato, servizi sociosanitari e tribunali. «Ci siamo chiesti», spiega Tiziano Vecchiato, presidente della Fondazione Zancan in un’intervista a Vita, «se l’istituto dell’amministratore di sostegno sia riuscito a far superare gli approcci da eutanasia sociale che spesso, purtroppo, si osservano quando una persona continua a vivere ma non è più capace di gestire pienamente se stessa. In passato, la giurisprudenza consentiva di dichiarare una persona “non più tale”. Oggi questo teorema non è più accettabile, e cosa è successo? Dallo studio emerge come negli ultimi dieci anni, con l’aumento delle Amministrazioni di Sostegno, la capacità di affiancamento sia progressivamente cresciuta. Dunque, non più persone interdette, ma affiancate».
|
|